I batteri intestinali potrebbero avere un ruolo nella progressione dell'endometriosi, con conseguenze importanti dal punto di vista delle possibilità terapeutiche. È quanto sembrano suggerire i risultati di uno studio condotto da ricercatori dell'Università di Saint Louis, negli Stati Uniti,
pubblicato sulla rivista
Human Reproduction. I risultati si riferiscono a
esperimenti condotti con topolini, dunque andranno confermati anche nell'uomo (o, meglio, nella donna) prima di pensare a eventuali ricadute cliniche.
Endometriosi, cause ancora sfuggenti
L'
endometriosi è una
malattia infiammatoria cronica – causa di dolore e, talvolta, di
infertilità – caratterizzata dalla presenza di endometrio (il tessuto che riveste la cavità uterina) in sedi anomale sempre a livello addominale, come le ovaie, la vescica, la parete intestinale ecc.
La teoria più accreditata per spiegarne l'origine chiama in causa la cosiddetta
mestruazione retrogada, cioè il reflusso di sangue mestruale (con tanto di cellule endometriali) all'indietro verso la pelvi e gli organi addominali. Ma poiché questo fenomeno si verifica in quasi tutte le donne mentre solo una minoranza sperimenta
endometriosi, devono contribuire altri fattori, tra i quali di recente sono stati chiamati in causa
fattori immunitari, infiammatori e relativi alla composizione del microbiota intestinale, l'insieme dei batteri che popolano questo organo.
I dettagli dello studio: antibiotici per l'endometriosi?
È proprio questo il punto di partenza del lavoro del gruppo guidato da Ramakrishna Kommagani della Washington University School of Medicine di Saint Louis. I ricercatori hanno messo a confronto topolini con lesioni endometriosiche a livello intestinale con topolini privi di queste lesioni, scoprendo differenze significative nella composizione della flora batterica intestinale dei due gruppi.
Hanno inoltre provato a somministrare degli antibiotici ai topolini con endometriosi, scoprendo che la somministrazione dell'antibiotico ad ampio spettro metronidazolo portava a una riduzione della crescita delle lesioni, cioè a un rallentamento della progressione della malattia.
Le prospettive future
Certo è presto per trarre conclusioni rispetto alle prospettive terapeutiche per le donne colpite da
endometriosi: per quanto i topolini siano un buon modello, non è chiaro quanto di ciò che è stato osservato sia effettivamente trasferibile alle caratteristiche dell'endometriosi umana. Si tratta comunque di suggestioni interessanti per ampliare la ricerca in questo senso. Se in futuro venisse confermato il ruolo dei batteri intestinali nella modulazione dell'endometriosi, questo potrebbe arrivare a definire
nuove strategie per la diagnosi e soprattutto la terapia di questa condizione.
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