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Visualizzazione dei post da giugno, 2019

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Parto oltre termine: ma quando nasce?

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Non sempre il bebè viene alla luce con puntualità. E quando passa la data fatidica, la mamma può essere colta da dubbi e ansie. Ecco come affrontarle Non succede nulla. E non accade niente nemmeno il giorno dopo, né quello dopo ancora… Quel bimbo che avresti così tanta voglia di conoscere sembra non avere intenzione di abbandonare il rifugio che lo ha protetto per nove mesi. In te, però, iniziano a farsi strada  emozioni  sempre più difficili da tenere sotto controllo. Non tutte le donne affrontano questo “ritardo” con lo stesso atteggiamento: alcune manifestano la loro  insofferenza  molto più di altre, come se in loro ci fosse una sorta di intolleranza verso una pancia che vivono ormai come un ingombro che rende tutto più difficile. Al contrario c’è chi, avendo avuto una gravidanza serena, vorrebbe forse indugiare  ancora un po’ in quello stato di benessere , quasi non avesse tanta voglia di partorire. Normali preoccupazioni Quando però l’attesa si protrae  oltre le 40 se

Le posizioni per alleviare i dolori del parto

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Di Alice Dutto 18 Aprile 2017 Busto inclinato in avanti, libertà di movimento, dondolamenti, contro-resistenze e punti d'appoggio. Sono tutti elementi fondamentali per aiutare le donne a ridurre la sofferenza del travaglio e del parto  «Dentro di noi, all’interno del nostro DNA, noi donne abbiamo un insieme di capacità che ci permettono di far uscire dalla nostra pancia (normalmente senza nessun tipo di trauma) un bambino che abbiamo concepito e cresciuto per nove mesi: è un processo naturale e positivo, con un esito meraviglioso, quello di vedere il nostro bimbo». Questo si legge nel libro  Mamme prêt-à-porter , scritto da Giulia Mandrino, autrice dell'omonimo  blog . «Il  parto  è un'esperienza molto potente – aggiunge l'ostetrica Paola Scavello del  Centro Medico Santagostino  di Milano – e il modo migliore per affrontarlo è quello di essere preparate e di essere in un ambiente propizio, intimo e rispettoso in questo momento così unico

Monitoraggio cardiotocografico: cos'è, a cosa serve e come funziona

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Di Alice Dutto 02 Agosto 2017 Un esame che si effettua dalla 27esima per valutare il benessere del feto e e registrare la frequenza delle eventuali contrazioni comparse nella gestante. Serve anche in fase di travaglio per valutare se accelerare il parto o procedere a un cesareo. Ecco tutto quello che c'è da sapere sul tracciato tocografico Chiamato anche «non stress test», il  monitoraggio cardiotocografico  è un  esame non invasivo  che non procura problemi né alla mamma né al feto e serve per il  controllo del benessere fetale  e la  valutazione dell'attività contrattile  della futura mamma. Generalmente, si effettua come pratica standard alla  40^ settimana , cioè quando la gravidanza arriva al termine e, associato a visita ed ecografia, serve per monitorare il benessere della mamma e del bambino. Si può anticipare alla 27/28 settimana in caso di necessità, su valutazione del ginecologo curante, per monitorare eventuali patologie.  È  un esam

Il parto indotto

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Di Angela Bisceglia Alice Dutto 19 Febbraio 2013 | Aggiornato il 15 Luglio 2017 All’induzione del parto si ricorre sempre più spesso, perché le indicazioni sono molte: parto oltre il termine, necessità di anticipare la nascita, rottura precoce delle membrane. Due le tecniche possibili Che cos’è il parto indotto Si parla di  parto indotto  quando si ricorre ad alcune tecniche farmacologiche per far avviare il travaglio di  parto , ossia per stimolare le modificazioni del collo uterino e le contrazioni necessarie a dare il via al travaglio. Quando è necessario indurre il parto «Una percentuale significativa delle gravidanze, circa il 10% (che sale se sono presenti fattori come età e obesità), non arriva al travaglio di parto entro le 41 settimane di gestazione» sottolinea Enrico Ferrazzi, Direttore della Clinica Ostetrica e Ginecologica dell' Ospedale dei Bambini V. Buzzi  dell’Università di Milano.   «Numerosi studi hanno dimostrato che, a  41 se

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