Passa ai contenuti principali

book

Il mio libro sulla nostra storia

Immagine
 finalmente dopo 3 anni ho finito di scrivere il mio racconto che narra del percorso fatto con mia moglie , tutte le difficoltà , tutte le delusioni per poi .............................................. https://www.amazon.it/dp/B083XX4N61

ANA (anticorpi antinucleo) alti, bassi e valori normali


Valori Normali

Qualsiasi valore maggiore o uguale a 1:160 è positivo (in alcuni laboratori, questo viene riportato in unità internazionali in cui 1 IU ​​è equivalente a 1:160). La scala di positività è la seguente:
  • Minore o uguale a 1.0 IU è negativo (popolazione sana)
  • 1,1-2,9 IU è debolmente positivo.
  • 3,0-5,9 IU è positivo.
  • Maggiore o uguale a 6.0 IU è fortemente positivo.
Fonte: MedScape
(Attenzione, gli intervalli di riferimento possono differire da un laboratorio all'altro, fare quindi riferimento a quelli presenti sul referto in caso di esami del sangue ed urina.)

Descrizione

Una delle migliori risorse che ha disposizione il nostro sistema immunitario per difenderci da minacce esterne sono gli anticorpi, proteine prodotte dai globuli bianchi in grado di attaccare specifici bersagli.
Quando un anticorpo riconosce proteine estranee di un organismo infettivo, è in grado di richiamare e reclutare altre proteine e cellule per combattere l’infezione, dando origine a una complessa serie di reazioni biochimiche che rappresentano l’infiammazione.
A volte questi anticorpi cadono in errore, bollando proteine del nostro stesso organismo come estrenee e pericolose; gli anticorpi che agiscono in questo modo vengono chiamati autoanticorpi e sono in grado di scatenare cascate infiammatorie a carico dei nostri stessi tessuti.
Gli anticorpi che colpiscono “normali” le proteine ​​all’interno del nucleo di una cellula sono chiamati anticorpi anti-nucleo (ANA).
La maggior parte di noi ha autoanticorpi, ma di solito in quantità trascurabili. La presenza di grandi quantità di autoanticorpi o ANA può invece essere segno della presenza di una malattia autoimmune, tra cui lupus, sclerodermia, sindrome di Sjögren, polimiosite / dermatomiosite, malattia mista del tessuto connettivo, il lupus indotto da farmaci, e l’epatite autoimmune, artrite giovanile.

Interpretazione

Un risultato negativo significa che non sono stati rilevati anticorpi ANA, ma è bene sottolineare che un risultato positivo non indica necessariamente la presenza di una malattia autoimmune, che andrà sempre confermata con altri esami o l'osservazione dei segni/sintomi.
L'eventuale presenza di anticorpi antinucleo è un risultato positivo, ma avere un risultato positivo non significa necessariamente che si ha una malattia; in molte persone sane si riscontra una positività agli ANA, in particolare le donne di età superiore ai 65 anni.
Quando invece è diagnosticabile una malattia, la positività del test può essere causata da:
  • patologie croniche del fegato,
  • malattie autoimmuni del collagene e del tessuto connettivo,
  • lupus iatrogeno (indotto da farmaci),
  • miosite (patologia infiammatoria muscolare),
  • artrite reumatoide,
  • sindrome di Sjögren,
  • sclerosi sistemica (sclerodermia),
  • lupus eritematoso sistemico.
I risultati sono riportati come titolo, spesso con uno specifico pattern di immunofluorescenza (se positivi). I valori bassi sono considerati negativi (per esempio 1:80), mentre quelli superiori al normale, ad esempio 1:320 sono positivi, cioè indicano una concentrazione più elevata del normale. La diluizione 1:80 indica che una parte di sangue è diluita con 80 parti di soluzione salina; si procede per diluizioni successive (40-80-160-320-640) e si verifica fin quando la presenza degli ANA sia rilevabile: maggiore è la concentrazione nel campione iniziale, maggiore sarà la diluizione a cui sarà ancora possibile rilevarli.
Un risultato positivo può essere quindi indicato ad esempio come “Positivo a 1:320 con pattern omogeneo”.
I diversi pattern corrispondono a molte malattie autoimmuni diverse, ma la corrispondenza non è sempre biunivoca. Tra i pattern più frequenti figurano:
  • Omogeneo (diffuso), che di solito corrisponde al lupus eritematoso sistemico e a diverse malattie del tessuti connettivi.
  • Granulare, che di norma corrisponde al lupus, alla sindrome di Sjögren, alla sclerodermia, alla polimiosite, all’artrite reumatoide e a diverse malattie dei tessuti connettivi.
  • Nucleolare, che corrisponde alla sclerodermia e alla polimiosite.
  • Centromero (periferico), che corrisponde alla sclerodermia e alla sindrome CREST (calcinosi, fenomeno di Raynaud, esofagopatia, sclerodattilia, teleangiectasia).
Se l’esame dà esito positivo può significare che il paziente è affetto da una malattia autoimmune, però saranno necessari altri esami più specifici per arrivare a una diagnosi certa. I risultati degli esami degli ANA possono essere positivi anche se il paziente non soffre di alcuna patologia autoimmune: la frequenza dei falsi positivi aumenta proporzionalmente all’età dei pazienti, ma i risultati falsi positivi sono comunque piuttosto rari.
L’esame può dare esito positivo prima che la malattia autoimmune diventi sintomatica, quindi, se il paziente non presenta sintomi, i medici possono aver bisogno di tempo per capire il significato del risultato positivo.
Il 95% circa dei pazienti affetti dal lupus eritematoso sistemico è positivo all’esame degli anticorpi antinucleo. Se il paziente manifesta i sintomi del lupus, come l’artrite, l’eruzione cutanea e la trombocitopenia autoimmune, probabilmente è affetto dal lupus. In casi come questi, l’esito positivo dell’esame può essere utile per confermare la diagnosi.
Un valore positivo dell’esame può anche significare che il paziente soffre di lupus indotto da farmaci (o iatrogeno). Questa malattia è connessa allo sviluppo di autoanticorpi anti-istone (gli istoni sono proteine idrosolubili ricche di lisina e arginina, due aminoacidi). Per confermare la diagnosi di lupus iatrogeno può quindi essere prescritto l’esame degli anticorpi anti-istone.
La presenza degli anticorpi da sola non conferma la diagnosi di lupus (LES), ma al contrario se l'esame è negativo è quasi impossibile che il paziente soffra di questa malattia.
Tranne in rari casi, se l’esito dell’esame negativo non è quindi necessario fare altri esami degli autoanticorpi
La frequenza degli esiti positivi dell’esame di screening è la seguente:
  • patologie del tessuto connettivo: 100%
  • lupus iatrogeno (indotto da farmaci): 100%
  • lupus eritematoso sistemico: 99-100%
  • malattia mista del tessuto connettivo 100%
  • epatite autoimmune 100%
  • sclerosi sistemica 97%
  • sindrome di Sjögren: 48-96%
  • sclerodermia: 60-95%
  • polimiosite e dermatomiosite: 40-80%
  • artrite reumatoide: 30-50%
  • malattie tiroidee 30-50%
  • paziente sano (esito falso positivo): meno del 4% a 1:320

Valori Bassi

Valori Alti

  • Artrite reumatoide
  • Cirrosi
  • Dermatomiosite
  • Endocardite
  • Epatite
  • Leucemia
  • Lupus eritematoso discoide
  • Lupus eritematoso sistemico
  • Lupus iatrogeno
  • Malattie del tessuto connettivo
  • Miastenia gravis
  • Mononucleosi
  • Polimiosite
  • Scleroderma
  • Sindrome di Raynaud
  • Sindrome di Sjögren
  • Tubercolosi
  • Tumore
(Attenzione, elenco non esaustivo. Si sottolinea inoltre che spesso piccole variazioni dagli intervalli di riferimento possono non avere significato clinico.)

Fattori che influenzano l'esame

Una percentuale variabile tra il 3 e il 5 per cento dei caucasici può dare un esito falso positivo, la percentuale sale al 10-37% nei pazienti sani di età superiore ai 65 anni (fonte).
In caso di infezioni virali gli ANA potrebbero positivizzarsi temporaneamente.
Diversi farmaci e alcune infezioni (ad esempio l’epatite cronica non virale, e la cirrosi biliare primitiva) possono dare un esito falso positivo nell’esame degli ANA; la mononucleosi è un tipo di infezione che è stata associata con esiti positivi, ma anche alcuni farmaci antipertensivi ed alcuni anti-epilettici possono innescarne la sintesi.
Diversi sono invece i farmaci che possono causare il lupus iatrogeno, una malattia che ha alcuni sintomi in comune con il lupus. Quando si smette di assumere il farmaco responsabile, i sintomi di norma scompaiono. Tra quelli più strettamente connessi alla sindrome ricordiamo: l’idralazina, l’isoniazide, la procainamide e diversi anticonvulsivanti.

Quando viene richiesto l'esame

Molte malattie reumatiche hanno segni e sintomi simili, ad esempio dolori articolari, affaticamento e febbre; l'esecuzione dell'esame degli anticorpi ANA permette di procedere nel percorso diagnostico, escludendo o meno le malattie autoimmuni. Mentre un test ANA non può confermare una diagnosi specifica, si può escludere alcune malattie. E se il test ANA è positivo, il sangue può essere testato per la presenza di particolari anticorpi anti-nucleo, alcuni dei quali sono specifici per determinate patologie.
Può inoltre essere prescritto in caso di sintomi sospetti di malattia autoimmune.

Preparazione richiesta

Se il campione di sangue viene utilizzato solo per questo test si può mangiare e bere normalmente prima del prelievo, se invece verrà utilizzato anche per altri esami potrebbe essere necessario digiunare per un certo periodo di tempo.

Commenti

Post popolari in questo blog

20 canzoni italiane e straniere emozionanti da dedicare ai figli

Dermatite (o eritema) da pannolino: 4 cose da sapere

SACTOSALPINGE CHE COS'E?