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NUOVA TECNICA DELLA MANIPOLAZIONE DEL DNA LA CRISPR

Secondo un nuovo studio dell'Università di Harvard e del Mit, la ricerca americana che un paio di mesi fa metteva sotto accusa la sicurezza di Crispr, sarebbe sbagliata e piena di errori

A finire sul banco degli imputati, qualche tempo fa, era stata Crispr/Cas 9, la più avanzata tecnica di manipolazione del dna. Uno studio americano, infatti, la accusava di non essere poi così precisa come si pensava, causando su altri geni centinaia di mutazioni indesiderate e potenzialmente pericolose. E se questo fosse stato vero, avremmo dovuto seriamente riconsiderarne la sicurezza, soprattutto quando utilizzata negli esseri umani.
La più grande qualità della tecnica, che l’aveva resa, negli ultimi anni, uno strumento preziosissimo per gli scienziati che vogliono studiare il ruolo dei geni in patologie come cancro e hiv, sta infatti proprio nella sua estrema precisione nell’aggiungere, rimuovere o modificare la sequenza di geni specifici con grande velocità e affidabilità.
Oggi, un nuovo studio pubblicato su bioRxiv fa nuovamente marcia indietro: sembra che il lavoro che condannava Crispr sarebbe infatti affetto da diversi problemi metodologici che ne invalidano le conclusioni.
Ma facciamo un passo indietro. Il 30 maggio scorso la tecnica di editing del genoma era stata accusata su Nature Methods da un’équipe della Columbia University e dalla Stanford University di poter causare, oltre a quelle desiderate, centinaia di mutazioni involontarie, le cosiddette off-target (o fuori bersaglio) all’interno del genoma. Più precisamente, il team di ricercatori americani aveva sequenziato l’intero genoma di tre topi che avevano subito una modifica con Crispr del gene legato alla cecità. Analizzando le mutazioni, era emerso che i genomi di due topi presentavano più di 1.500 mutazioni puntiformi (o del singolo nucleotide) e oltre 100 mutazioni cromosomiche (delezioni e inserzioni), suggerendo quindi che la tecnica, protagonista sempre più di numerosi studi clinici in tutto il mondo, non fossepoi così precisa e sicura. Lo studio, in conclusione, esortava la comunità scientifica a rivedere l’efficienza della tecnica per renderla più sicura.
Ora, invece, un altro team di ricercatori dell’Università di Harvard e del Mit ha dimostrato che la ricerca precedente è affetta da gravi errori e disattenzioni. Secondo il nuovo studio, infatti, le mutazioni osservate nei due topi potrebbero addirittura essere precedenti al trattamento Crispr. Ma c’è dell’altro: è infatti possibile, spiegano gli scienziati, che il sequenziamento del genoma non sia stato eseguito con l’accuratezza necessaria – il che potrebbe causare, per l’appunto, l’osservazione di mutazioni laddove non ce ne sono. Per non parlare del fatto che si tratta di un campione ridottissimo, appena due esemplari, il che non permette di concludere che sia stato proprio Crispr, e non altri eventi, a indurre le presunte mutazioni. “A causa di questi errori sostanziali, esortiamo gli autori a essere corretti e rivedere il titolo e le conclusioni originali del loro studio, in modo da evitare di lasciare in letteratura dichiarazioni ingannevoli e non supportate dai dati, che potrebbero avere importanti implicazioni per la ricerca e le applicazioni terapeutiche”, spiegano i ricercatori, coordinati da Luca Pinello, dell’Università di Harvard. A rincarare la dose è stato anche Gaétan Burgio, esperto Crispr della Australian National University, che studia da anni le mutazioni off-target: “Dal 2014, ho testato la tecnica su centinaia di topi”, ha detto a Forbes, “senza mai osservare un numero così alto di mutazioni. Sono certo che studi più approfonditi confuteranno la scoperta”. Al momento, effettivamente, un altro team di ricercatori è al lavoro per esaminare una seconda volta i dati e la sicurezza della tecnologia. Staremo a vedere

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