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Avrà spazio sufficiente nel pancione?


L'utero è un organo muscolare in grado di  aumentare di volume via via che il bimbo cresce. Solo alcune condizioni possono influire sul "confort" del bebè, ma è possibile risolverle

Avrà spazio sufficiente nel pancione?
Qualche volta le future mamme, soprattutto le più magroline, si chiedono: il piccolo avrà abbastanza spazio per crescere nel pancione?
Ma a meno di problemi fisiologici, nel grembo materno il bebè sta… come un pascià. “L’utero che lo ospita, infatti, è un organo muscolare in grado di assottigliarsi e aumentare di volume via via che il feto cresce”, spiega Rossana Sarli, ginecologa a Genova. “Alcune problematiche, però, possono in alcuni casi influire sulla sua posizione con conseguenze di natura principalmente ortopedica. Niente che non si possa risolvere con l’aiuto di un osteopata”, dice l’esperta.

Se il bambino è “scomodo”

“Sono diverse le condizioni associate a uno scorretto posizionamento del bambino”, spiega la ginecologa. “Può succedere quando il feto è particolarmente grosso(macrosomia fetale), se il bimbo scende troppo precocemente nell’area pelvica, in caso di gravidanze gemellari o plurigemellari, in presenza di una morfologia uterina anomala (ad esempio di grossi fibromi o di una patologia congenita come l’utero bicorne), se il liquido amniotico è scarso o troppo abbondante (allora il bimbo ha le pareti uterine addossate o, al contrario, si trova ad essere un po’ ‘sballottato’) o, infine, quando l’utero è eccessivamente contrattile (contrazioni che si possono controllare in genere con il magnesio)”.
“In tutti questi casi, individuabili con l’ecografia o con una visita ginecologica, può capitare che il feto venga limitato nei suoi movimenti e costretto in una stessa posizione per lungo tempo. Dopo il parto, quindi, è probabile che sia portato a mantenerla, aggravando una deformazione cranica o uno squilibrio tensivo dei muscoli del collo che hanno avuto origine in utero. L’osteopata (figura sempre più diffusa sul territorio) può allora, una volta nato il bambino, intervenire con alcune manovre per ripristinare la situazione fisiologica”, continua l’esperta.

 Per farlo stare meglio

Che cosa si può fare durante la gravidanza per migliorare il benessere del piccolo? “Quando si guarda la tv o si sta alla scrivania, per esempio, è bene sedersi su una sedia con uno schienale rigido o sul divano con un cuscino sotto i glutei e un altro nella zona lombare, così da mantenere una posizione il più possibile eretta”, spiega Rossana Sarli.
“Per dormire, invece, l’ideale è disporsi sul fianco con dei cuscini dietro la schiena, tenendo la gamba superiore flessa e il ginocchio a contatto con il materasso. Così facendo, l’addome, spinto in avanti, forma una specie di ‘amaca’ che sostiene il bambino.
Un’altra strategia consiste, infine, nell’immergersi in acqua: le pareti uterine, nell’ambiente liquido, sono meno addossate e la posizione fetale è più libera”.

Quando c’entra la colonna

A determinare un posizionamento scorretto del feto possono anche essere particolari condizioni anatomiche materne extra-uterine. “Tra le più frequenti: una prominenza del tratto lombare della colonna vertebrale, un muscolatura addominale troppo tonica (tipica delle donne molto atletiche) o una peculiare conformazione anatomica del bacino (ad esempio il bacino piatto, che determina un’eccessiva prominenza della colonna vertebrale, o il bacino imbutiforme, tipico in genere delle donne molto basse, sotto gli 1,50 m).
Queste condizioni non infastidiscono il feto durante la gravidanza, ma possono creare qualche problema al momento del parto”, spiega Rossana Sarli. “Il bambino, infatti, si trova a percorrere un passaggio più stretto del normale: ciò potrebbe determinare temporanee deformazioni della testa, per esempio, e richiedere, subito dopo la nascita, l’intervento di un osteopata”.

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