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Corso preparto: come sceglierlo?


Non si tratta solo di imparare tecniche e ricevere informazioni per arrivare preparate al travaglio. Ciò che conta è potersi confrontare e trovare ascolto. Per riscoprire le proprie risorse e capacità

Corso preparto: come sceglierlo?


Un piacevole appuntamento fisso da dedicare a se stesse e al bimbo in arrivo. Non solo una “lezione” teorica su come avviene il parto e si accudisce il neonato, ma anche uno spazio di crescita e di confronto. Ecco che cosa dovrebbe essere un corso di accompagnamento alla nascita.
Ma com’è la realtà dei corsi proposti nelle strutture ospedaliere e nelle associazioni italiane, sia nel pubblico sia nel privato, e come orientarsi tra le diverse proposte?

Trovare risposte ai propri bisogni

Purtroppo nel linguaggio comune ancora oggi si parla di corso pre-parto o corso nascita, ma non sono termini corretti. Fare un “corso” presuppone che qualcuno debba prepararsi per qualcosa (un esame, una prova), ma così non è: le “lezioni” non dovrebbero essere finalizzate unicamente a insegnare alla donna come affrontare e gestire il dolore del parto, bensì costituire uno spazio dove la futura mamma, da sola o accompagnata dal partner, trovi ascolto e risposte ai suoi bisogni.
I corsi (ma sarebbe meglio dire gli “incontri”) così intesi sono di grande supporto non solo per le donne al primo figlio, ma anche per chi è già mamma e che, dovendo accudire altri bambini, fa ancora più fatica a ritagliarsi uno spazio tutto per sé. Tuttora molti corsi sono un mero susseguirsi di lezioni a tema condotti da un’unica persona oppure da un alternarsi di specialisti (l’ostetrica, il ginecologo, il pediatra, l’anestesista…) che trattano gli argomenti di loro pertinenza. Ma in questo modo spesso si predilige la competenza dell’operatore piuttosto che i veri bisogni delle donne.

Un incontro su misura

In genere, nei moderni percorsi di accompagnamento alla nascita i genitori scoprono con piacere che possiedono già delle competenze innate e notevoli risorse interiori. Chi conduce i corsi non si pone come l’esperto che istruisce e dà consigli, ma facilita piuttosto l’emergere dei bisogni reali e delle sensazioni personali delle donne in attesa. In tal senso, a ogni incontro si invita le mamme alla partecipazione attiva e il “cosa si fa”, le informazioni e il lavoro corporeo dipendono di volta in volta dai bisogni e dalle necessità che emergono da ciascun gruppo.
Per questo, prima di scegliere un corso, è opportuno informarsi sui diversi tipi offerti dalle strutture pubbliche o private del proprio territorio, in modo da decidere in base alle proprie esigenze. Sono certamente da preferire i percorsi che prevedono vari “moduli”: momenti dedicati all’attività informativa, alla discussione e alla conoscenza di sé attraverso il movimento corporeo, che può spaziare da semplici esercizi di respirazione e rilassamento a momenti dedicati al canto, alla danza creativa, del ventre, al Tai Ji…
Alcuni corsi sono pensati anche per le coppie: al loro interno il futuro papà scopre cosa può fare per dare sostegno fisico e psicologico alla sua compagna durante la gravidanza, il travaglio e nel dopo-parto, provando, ad esempio, insieme a lei alcuni esercizi di respirazione, i massaggi e le posizioni antalgiche per ridurre il dolore.

L’importanza dell’attività  fisica

Poiché si partorisce e si allatta con il corpo, è molto importante avere una buona consapevolezza del proprio. Grazie al lavoro svolto durante gli incontri, la donna ha l’opportunità di conoscere o riconoscere le proprie potenzialità e i propri limiti fisici e comincia ad avere fiducia nelle proprie capacità. L’esercizio fisico, inoltre, attenua le tensioni corporee, ma anche quelle emotive, e fa riemergere quella forza e quel sapere profondo che sono gli ingredienti essenziali per vivere il parto e la maternità come esperienze di crescita e appagamento.
Alla luce di quanto detto, è bene scegliere quei corsi che consentono di iniziare presto, in modo da avere tutto il tempo necessario per compiere un percorso di consapevolezza e autoconoscenza. In genere si può iniziare a prendere parte ai gruppi dal compimento del 3° mese di gestazione, periodo in cui è scongiurata in buona percentuale la possibilità di una interruzione spontanea di gravidanza.

Meglio una durata “flessibile”

Molti corsi hanno una data di inizio e di conclusione, con un numero di incontri variabile da 10 a 20. Se il corso si prefigge di accompagnare davvero la mamma nell’evento nascita non ci dovrebbe essere una fine. Gli incontri dovrebbero durare almeno sino al parto, ma anche dopo, e non finire prima, soprattutto perché un’interruzione coinciderebbe con le ultime settimane della gravidanza, periodo in cui lo stress per il parto imminente è molto alto.
Se invece il corso non ha un termine ben preciso, agli incontri sono presenti donne con diverse età gestazionali e le discussioni sono più ricche; inoltre, è bello se le mamme possono ritornare nel gruppo con i loro bimbi per raccontare la propria esperienza alle compagne di corso: in tal modo si crea maggiore condivisione, sostegno e rete e non di rado nascono complicità che durano anche dopo la nascita o a volte delle vere e proprie amicizie che proseguono per anni.

Le tecniche corporee

Ecco le principali attività fisiche proposte all’interno dei corsi di accompagnamento alla nascita.


STRETCHING

È una ginnastica dolce studiata per favorire l’allungamento e il rilassamento dei muscoli di tutto il corpo. La sua pratica rende le articolazioni e i muscoli più elastici, morbidi e mobili favorendo un travaglio meno doloroso e più veloce.
Quando iniziare: dal quarto mese.

YOGA PRENATALE

Da questa millenaria disciplina indiana derivano molte tecniche attualmente in uso nella preparazione al parto, come lo stretching, l’eutonia, l’ipnosi, il R.A.T. In gravidanza lo yoga permette di stabilire un contatto profondo con se stesse attraverso movimento, respirazione e visualizzazioni. Alcuni esercizi abituano a distendere il perineo e a favorire la discesa del bambino nel canale da parto. Durante il travaglio e parto lo yoga stimola l’abbandono, la distensione, l’apertura. Tra una contrazione e l’altra la donna ritrova forza, equilibrio ed armonia interiore.
Quando iniziare: dal quarto mese.

TAI JI

Pratica di origine cinese, si presenta come una sorta di danza al rallentatore, basata su semplici sequenze di movimenti fluidi, lenti e armoniosi che richiamano gli elementi della natura. Definito anche meditazione in movimento, il Tai Ji aiuta a ritrovare calma e rilassamento, a sciogliere le articolazioni e ad alleviare le tensioni. Spesso la coreografia è accompagnata da musiche piacevoli e rasserenanti. Durante il travaglio, nelle pause tra una contrazione e l’altra, i movimenti del Tai Ji riequilibrano l’energia, portano serenità e pace interiore.
Quando iniziare: in qualsiasi epoca gestazionale.

DANZA DEL VENTRE

Potente danza medio-orientale che coinvolge tutto il corpo e ne migliora il portamento e la postura alternando movimenti morbidi e lenti a movimenti scattanti e secchi. È la danza della mobilità del bacino per eccellenza poiché sollecita vigorosamente l’area pelvica, tonifica il perineo, potenzia gli addominali, gli adduttori e i glutei. Migliora l’immagine di sé. Durante il travaglio e il parto i movimenti di questa danza aumentano il diametro pelvico, favoriscono i movimenti di rotazione e flessione fetale e la fase espulsiva.
Quando iniziare: dal quarto mese.

DANZA CREATIVA

Le donne sono libere di ballare seguendo in modo autonomo e creativo quel che certe parole, musiche o immagini evocano in loro. Questa danza risveglia l’istintualità, la fluidità, la flessibilità, tutte qualità essenziali per vivere con serenità i cambiamenti psicofisici che la maternità comporta. Fisicamente, provoca una sorta di massaggio interno che lavora sul sistema linfatico, migliora la circolazione, scioglie le tensioni muscolari e della colonna, rende elastico il bacino.
Quando iniziare: in qualsiasi epoca gestazionale.

ACQUAGYM

Il movimento in acqua migliora il ritorno venoso, il tono cardiovascolare e la capacità respiratoria, riduce l’edema degli arti inferiori, allevia il dolore alle articolazioni e stimola la funzione di evacuazione. Inoltre, soprattutto se in vasca c’è una temperatura di 33/34° C, dona un grande benessere generale dovuto al rilascio di endorfine che l’acqua calda favorisce.
Quando iniziare: in qualsiasi epoca gestazionale.

PILATES

Nato in Germania il secolo scorso, questo metodo propone esercizi che si concentrano sul baricentro della donna, il quale durante la gravidanza tende a spostarsi in avanti a causa del peso del pancione, provocando forti dolori alla schiena. I movimenti eseguiti sciolgono i muscoli del dorso, rafforzano quelli del perineo e inducono a respirare in modo corretto. 
Quando iniziare: dal quarto mese.

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