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Post partum e neomamme, ecco perché è normale non essere (sempre) felici


Di Sara De Giorgi
mamma

14 Gennaio 2019
Avere un figlio è una gioia immensa. Ma, allo stesso tempo, è anche un enorme cambiamento e richiede tanti sacrifici. Per questo motivo, è sbagliato pensare che esista a tutti i costi la felicità delle neo mamme. La soluzione? Secondo una psicologa americana le donne possono trarre grande beneficio dal pensare alla maternità come ad una fase di transizione molto simile all'adolescenza.


La "beatitudine materna" è un mito. Non che le madri non siano mai felici o che non ci siano dei bei momenti, ma l'idea che la maternità sia uno "stato naturale" per tutte non è reale. Anzi, questa credenza ha influenzato negativamente molte donne e le loro famiglie.

Avere un figlio è un enorme cambiamento. C'è, in più, rispetto alla precedente vita familiare, un bambino totalmente dipendente dai suoi genitori e che richiede un'attenzione quasi costante, giorno e notte. Tutto ciò richiede sacrifici soprattutto alla concentrazione quotidiana di una donna.

Inoltre, molte neo mamme lottano con ciò che significa tornare al lavoro dopo aver avuto un figlio e in molti casi le finanze sono ristrette. Poi ci sono i cambiamenti ormonali che si verificano con il parto e l'allattamento al seno. Tutto questo spesso causa una forte tensione nelle relazioni significative delle donne, proprio mentre devono adattarsi alla nuova vita.


Un nuovo modo di pensare la maternità

Quando le neo mamme credono di entrare in uno stato di felicità una volta nato il loro bambino e poi ciò non succede, iniziano a chiedersi cosa c'è di sbagliato in loro.

La psicologa e blogger Leslie Becker-Phelps, PhD, ha scritto un articolo per il magazine WebMd su Alexandra Sacks, una psichiatra che lavora con donne in gravidanza e neo mamme, la quale ha affermato di aver incontrato centinaia di donne con queste preoccupazioni.

Nel suo breve video Ted Talk, la Sacks afferma che le donne possono trarre beneficio dal pensare alla maternità come ad una fase di transizione molto simile all'adolescenza, che lei stessa chiama "matrescenza" (matrescence).


Cosa significa pensare alla maternità come ad una fase di transizione?

Le identità delle neo mamme sono in divenire in quanto le donne vivono vari cambiamenti ormonali e corporei. In particolare, la dottoressa Sacks parla della fase di 'push and pull' che le neo madri spesso sperimentano dopo il parto: queste hanno un aumento dell'ormone "ossitocina" che aumenta la connessione che sentono con il loro bambino, attirando moltissimo la loro attenzione verso di lui.

Allo stesso tempo però, sono consapevoli degli aspetti di se stesse che stanno perdendo nel momento in cui ricordano la loro identità in relazione a vari aspetti della loro vita precedente (lavoro, relazioni e hobby). In più, sono anche consapevoli dei loro bisogni fisici, come il sesso, il cibo e il sonno. Quindi, entrano in una sorta di "tiro alla fune" emotivo. Ma questa non è "depressione postpartum" né si tratta di un'altra malattia. È una parte naturale della transizione alla maternità.


Maternità, una fase "multi-dimensionale"

È, dunque, impossibile prepararsi in modo adeguato alle richieste della maternità, che sono estenuanti. Con essa arriva la perdita della libertà personale. Quindi, sappiate che le neo mamme hanno bisogno di sostegno, se non altro per dare loro un po' di tregua o conferme del fatto che le loro esperienze sono normali. Molte si sentono isolate perché la loro connessione con il loro bambino è fortissima e richiede tantissima attenzione: ciò rende inestimabili le relazioni con altre madri che vivono la stessa situazione.

Come ogni altro periodo della vita, la maternità è una fase "multi-dimensionale", con alcune parti piacevoli e altre più difficili (e alcune sono entrambe le cose). Non si diventa madri in modo automatico, ma avviene piuttosto un processo. La dottoressa Sacks ha affermato che "quando nasce un bambino, nasce anche una madre". Niente di più vero.

Di conseguenza, la psicologa Leslie Becker-Phelps esorta le mamme a essere gentili con loro stesse. Dopotutto, la nascita è meravigliosa, ma può anche essere fonte di confusione e talmente travolgente da risultare scioccante.

Ma ovviamente, se dopo aver considerato la naturale transizione alla maternità, siete ancora preoccupate per l'idea di poter avere una depressione postpartum o un altro disturbo dell'umore perinatale, parlate con il vostro dottore, con lo psicologo oppure con lo psichiatra.

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