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PAPILLOMA VIRUS

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Nella maggior parte dei casi, le infezioni da HPV (acronimo di Human Papilloma Virus) decorrono in maniera del tutto asintomatica, quindi senza provocare sintomi di alcuna natura: straordinaria è la capacità dell'organismo di debellare il virus prima che possa provocare danni importanti, anche se purtroppo, in alcune circostanze, tale capacità viene meno ed il sistema immunitario, pur riuscendo ad arginare e a contenere l'infezione, non riesce a sconfiggere l'HPV, che provoca così sintomi e disturbi anche piuttosto gravi. Tra i più temuti, l'infezione da HPV può lentamente trasformare una normale cellula dell'epitelio cervicale (del collo dell'utero) in una cellula tumorale; il passaggio chiave in questo processo, che dura almeno un decennio, è l'integrazione del DNA virale con il genoma della cellula ospite.

Sintomi HPV

La maggior parte delle persone (80% circa) infette da HPV supera l'infezione entro tre anni dal contagio senza lamentare sintomi o disturbi particolari.

Attualmente sono stati identificati oltre 120 sierotipi di HPV, ognuno con caratteristiche biologiche e patologiche peculiari; per questo ad ogni virus è stato assegnato un numero identificativo (es.: HPV-1, HPV-2...).
Alcuni HPV sono pressoché innocui per l'organismo e non provocano disturbi o sintomi particolari. Circa 40 tipi infettano le mucose genitali e, tra questi, circa 15 (16, 18, 31, 33, 35, 39, 45, 51, 52, 56, 58, 59, 66, 68...) sono definiti ad alto rischio oncogeno; in particolare:
  • Alcuni HPV sono implicati nell'insorgenza delle neoplasie al collo dell'utero (note anche come cancro intraepiteliale della cervice uterina): i ceppi maggiormente a rischio sono identificati dai numeri 16 (HPV 16) e 18 (HPV 18), responsabili da soli del 70% delle neoplasie della cervice uterina; gli stessi papillomavirus sono altresì responsabili di neoplasie del pene, dell'ano, della vagina, della vulva e dell'orofoaringe, che dal punto di vista epidemiologico hanno comunque un'importanza marginale rispetto alle neoplasie della cervice uterina. Le infezioni sostenute da questi virus danno luogo a manifestazioni subcliniche, non identificabili ad occhio nudo ma apprezzabili attraverso esami specifici come il pap test
Circa l'1% delle donne positive per HPV ad alto rischio oncogenico sviluppa una neoplasia della cervice uterina; dal momento del contagio a quello di insorgenza del cancro cervicale vi è un periodo di latenza di diversi anni, quantificabile in almeno un decennio. Durante questo periodo, in genere, la donna non lamenta alcun sintomo particolare riconducibile al papillomavirus, motivo per cui l'identificazione dell'infezione precoce prima, e delle lesioni pre-neoplastiche poi, tramite pap-test e/o HPV DNA test permette ai medici di intervenire prima che la neoplasia si manifesti.
I sintomi del tumore al collo dell'utero possono essere del tutto assenti, oppure così lievi e sfumati da passare completamente inosservati. Mano a mano che il cancro alla cervice uterina progredisce, e le possibilità di cura diminuiscono, possono comparire i tipici sintomi della malattia: sanguinamenti dopo un rapporto sessuale e leggero dolore durante lo stesso, perdite vaginali acquose o sanguinolente, talvolta di odore sgradevole, dolore alla regione pelvica, sanguinamenti vaginali al di fuori del periodo mestruale o dopo la menopausa.
Anche le altre formi tumorali correlate all'infezione da HPV possono svilupparsi in assenza di segni o sintomi, che insorgono tipicamente solo quando raggiungono uno stadio avanzato difficile da trattare
  • Alcuni HPV sono implicati nell'insorgenza di verruche genitali o condilomi acuminati: i ceppi maggiormente a rischio sono identificati dai numeri 6 (HPV 6) ed 11 (HPV 11), responsabili della quasi toralità dei casi; molto più raramente gli stessi HPV sono responsabili di papillomatosi respiratoria ricorrente, una condizione caratterizzata dalla comparsa di verruche nella gola, con sintomi quali faringodinia, voce roca e difficoltà respiratorie
  • Le infezioni sostenute da questi virus danno luogo a manifestazioni cliniche, identificabili per la presenza di segni e sintomi particolari. Le verruche, in particolare, possono comparire a livello della cervice uterina, della vagina, della vulva, dell'uretra, del perineo e dell'ano, ma anche in sedi extragenitali: congiuntiva, naso, bocca, laringe. Spesso presentano dimensioni così piccole da renderne difficile l'identificazione ad occhio nudo.
  • I ceppi responsabili delle verruche genitali non sono gli stessi implicati nell'insorgenza delle suddette neoplasie; di conseguenza una persona colpita da candilomi acuminati non presenta necessariamente un rischio aumentato di neoplasie ano-genitali
Quando sintomatiche, le lesioni genitali - dopo un tempo d'incubazione variabile da uno a sei mesi - compaiono come eruzioni ruvide, più o meno evidenti, circoscritte all'area genitale. Nell'uomo, le escrescenze verrucose infettano, in particolare, il glande, il meato uretrale, il frenulo, l'asta del pene ed il solco balano-prepuziale; nella donna, invece, le verruche genitali si manifestano con maggior frequenza a livello di vulva, vagina e collo dell'utero. Fortunatamente, le neoformazioni verrucose comportano dolore, irritazione, prurito e bruciore localizzato, d'intensità variabile, generalmente debole. Il più delle volte, le verruche genitali presentano dimensioni così piccole da non essere visibili ad occhio nudo; altre varianti, invece, possono crescere, aggregandosi e formando gruppetti di condilomi acuminati, decisamente più fastidiosi.
Le verruche genitali possono diffondere anche a livello orale, in caso di contatto sessuale di natura oro-genitale con partner infetti o portatori.

Ricordiamo, per concludere, che alcuni ceppi di papillomavirus (HPV 2 e HPV 4 in primis, ma anche HPV 1, 3, 26, 29,57 ed altri) sono implicati nell'insorgenza delle cosiddette verruche comuni, che si manifestano tipicamente a livello cutaneo, soprattutto nelle mani. Vedi: Foto Verruche Cutanee


Tratto da http://www.my-personaltrainer.it/salute/sintomi-hpv.html

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