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Il mio libro sulla nostra storia

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SESSO IN GRAVIDANZA.................


Risultati immagini per effusioni amoroseTra dubbi, sconvolgimenti ormonali e tabù duri a morire, spesso il desiderio durante i nove mesi non è al massimo. Eppure vivere i rapporti sessuali in gravidanza può fare solo bene alla coppia   Se la gravidanza è fisiologica e procede senza problemi, vivere l’intimità può fare solo bene alla coppia.  Ma come si modifica il desiderio nei 9 mesi?

Rapporti sessuali in gravidanza nel primo trimestre

Nel primo trimestre, l’azione degli ormoni può incidere negativamente sul desiderio: nausea e stanchezza sono tutt’altro che infrequenti e la futura mamma può non avere affatto voglia di fare l’amore. In alcuni casi, poi, l’aumento degli ormoni femminili e soprattutto del progesterone fa crollare la libido. Non è una contraddizione: anche nella donna, come nell’uomo, il desiderio viene stimolato dal testosterone, che è un ormone maschile, ma presente – in quantità diverse – in entrambi i sessi. E durante la gravidanza, è ridotto a livelli minimi.
Non sempre, però, il picco di progesterone abbassa la libido. Perché agisce anche su un altro versante: rende la zona genitale più lubrificata e, quindi, più sensibile. Questo ormone, infatti, fa aumentare l’irrorazione sanguigna in tutti i tessuti. In particolare, diventa ancora più recettivo alle stimolazioni il cosiddetto “punto G”, una zona all’interno della vagina ricca di terminazioni e nota per essere fonte, anche in condizioni normali, di un piacere profondo.
Di solito comunque, nei primi tre mesi, la futura mamma dimostra una certa riluttanza a lasciarsi andare: non solo per i disturbi fastidiosi sopra citati, ma anche per il timore che, in questa fase più delicata, avere rapporti possa mettere a rischio l’esito della gravidanza.

Rapporti sessuali in gravidanza nel secondo trimestre

Passato lo scoglio dei primi tre mesi, il desiderio quasi sempre torna a farsi sentire. Molte donne si sentono più belle, anche fisicamente: il seno è rigoglioso, la pelle morbida e i capelli fluenti. Chi vive l’attesa come se avesse raggiunto il culmine della femminilità prova una grande energia vitale, che porta a esibire il pancione, a sentirsi importanti, quasi onnipotenti per la propria capacità creativa. C’è un po’ di sano narcisismo in questo comportamento e se la donna riesce a dare ascolto e ad assecondare la sua libido, la sessualità può essere molto appagante.
Adesso è importante che anche il compagno continui a manifestare il suo desiderio, a considerare la partner una donna attraente come e più di prima. Questo infonde un grande senso di sicurezza e rinsalda la coppia, soprattutto in vista del “dopo”, quando trovare momenti di intimità sarà più difficile. In questa fase, se esistono resistenze ad avere rapporti, sono soprattutto di tipo psicologico.
Un timore diffuso è che le contrazioni che si avvertono durante e dopo l’orgasmo possano creare problemi. Di solito, sono di breve durata e provocano un leggero indurimento dell’utero, che passa nel giro di qualche minuto. Soltanto se dovessero intensificarsi, o essere molto fastidiose, è meglio rivolgersi al proprio ginecologo.
Il calo del desiderio può essere dovuto anche a veri e propri pregiudizi. Quelli più comuni riguardano il timore di “fare male al bambino nella pancia”. In realtà il piccolo si trova avvolto nel sacco amniotico, contenuto – a sua volta – nell’utero, ben protetto.
Un altro freno è l’idea che il bambino possa essere quasi “turbato” dai rapporti sessuali in gravidanza dei genitori, come se percepisse che si tratta di una cosa segreta tra loro. Ma questa remora dipende soltanto da un timore che gli adulti proiettano sul figlio: probabilmente loro stessi, da piccoli, sono rimasti turbati quando hanno scoperto che mamma e papà avevano una loro vita sessuale.

Rapporti sessuali in gravidanza nel terzo trimestre

Nel terzo trimestre, l’ingombro del pancione, il maggior affaticamento, la preoccupazione, più o meno consapevole, del parto e di quanto accadrà quando arriverà il bambino, possono frenare il desiderio. Ma non è la regola.
In questa fase di solito la donna cerca più tenerezza, ascolto e comprensione dal partner. È come se “regredisse” psicologicamente e tornasse lei stessa bambina per prepararsi ad accogliere e capire meglio il neonato. Tutto normale, quindi, se la voglia di fare l’amore non è alle stelle.
Le donne che invece si sentono un po’ inibite a causa delle dimensioni abbondanti della loro pancia, e non si vedono per niente sexy, dovrebbero sapere che la maggior parte degli uomini trova molto stimolante l’idea di fare l’amore con la propria compagna incinta. Lo confermano anche numerose ricerche sessuologiche. Ma qual è il motivo? Certamente l’idea di compiere un atto considerato trasgressivo e un po’ “proibito”. Molti uomini, inoltre, considerano il pancione della propria partner gioiosamente sexy, quasi un trionfo della femminilità, e si sentono anche orgogliosi perché è il segno più tangibile della loro virilità.
E il problema dell’ingombro del pancione come si può risolvere? Nell’ultimo trimestre dell’attesa, potrebbe essere più agevole che la futura mamma si disponga su un fianco, con il partner di fronte o dietro di lei, o in alternativa che si metta sopra di lui. Nuove posizioni mai provate prima risultano talvolta particolarmente comode: la gravidanza, allora, può diventare l’occasione giusta per sperimentare modi diversi di vivere l’intimità di coppia.

Le vere controindicazioni al rapporto completo in gravidanza

L’astinenza dai rapporti sessuali in gravidanza è da rispettare in caso di:
  • minaccia d’aborto o di parto prematuro. Non è detto però che, una volta superato il problema, si debba protrarre l’astinenza. In questo caso, si deve sempre chiedere il parere del proprio ginecologo;
  • ipercontrattilità dell’utero, trattata con assunzione di farmaci per rilassare la parete uterina stessa;
  • placenta previa, ossia impiantata nella parte inferiore dell’utero, fino a coprire in parte o totalmente il collo, e perciò a maggior rischio di distacco;
  • dilatazione del collo dell’utero prematura rispetto alla data del parto;
  • rottura prematura del sacco amniotico.

Cosa percepisce il bambino durante il rapporto sessuale?

Assodato che il piccolo è ben protetto all’interno del sacco amniotico, e perciò non avverte nulla che possa disturbarlo, sembra che gradisca molto la sensazione di benessere che prova la mamma, dovuta al rilascio di endorfine che entrano subito in circolo. Durante il rapporto, infatti, il battito cardiaco rallenta e i suoi movimenti sono meno vivaci, come se rimanesse in attesa di qualcosa; subito dopo, riprende a muoversi con più vigore di prima.
Fare sesso in gravidanza è uno di quegli argomenti che moltissime mamme in attesa vorrebbero affrontare con il loro ginecologo, ma spesso si sentono imbarazzate. Così, restano i dubbi: si può fare sesso in gravidanza? Il coito può danneggiare il bebè? È normale sentirsi frenate o, al contrario, più disponibili all’intimità? Domande molto comuni, che abbiamo rivolto agli specialisti. Ecco che cosa ci hanno risposto.

Si possono avere rapporti nei nove mesi?

“Se tutto procede bene e la coppia lo desidera, nulla vieta di avere rapporti anche sino alla fine dell’attesa”, tranquillizza Irene Cetin, responsabile dell’U.O. di ostetricia e ginecologia presso l’Ospedale Luigi Sacco di Milano. “Anzi, se la gravidanza è giunta al termine e il travaglio non si avvia, di solito si consiglia di fare l’amore perché le prostaglandine, presenti nel liquido seminale, possono aiutare a dare il via alle contrazioni”.

Quando, invece, bisogna astenersi?

Quando sono presenti fattori di rischio. Per esempio, se ci sono perdite di sangue o contrazioni uterine che fanno temere una minaccia d’aborto nella prima parte della gravidanza o un parto prematuro dalla 24ª settimana in poi. In tale evenienza, il medico avverte espressamente la donna di stare a riposo, evitare sforzi, non fare attività fisica e interrompere i rapporti sessuali. “Questo per due motivi”, spiega Cetin. “Da una parte, il coito provoca una lieve sollecitazione del collo uterino che, in caso di minaccia d’aborto, è bene evitare; inoltre, come già accennato, il liquido seminale contiene prostaglandine, che favoriscono le contrazioni. Si tratta di una quantità esigua, che in una gravidanza che procede normalmente non causa alcuna conseguenza, ma se ci sono problemi è meglio non rischiare”.
Alcune patologie, poi, richiedono l’astinenza sessuale solo se possono essere messe in relazione con un aborto o un parto prematuro, ma sarà il ginecologo a dirlo: un diabete gestazionale, ad esempio, è una malattia seria, ma non impedisce di avere rapporti.

E in caso di villocentesi e amniocentesi?

“Questi esami provocano un rischio, sia pure minimo, di aborto spontaneo: per questo si raccomanda di non avere rapporti per circa 48 ore. Poi, tutto torna alla normalità”, dice Cetin.

C’è il rischio di fare male al bebè?

“È uno dei principali timori della coppia, ma è del tutto infondato”, dice Irene Cetin. “Il bambino è immerso nel liquido amniotico, ben custodito e protetto all’interno dell’utero, quindi non c’è il rischio di infastidirlo o di schiacciarlo. Certo, via via che la gravidanza procede diventa impossibile assumere la posizione classica, quella del missionario, ma a volte questa è l’occasione per scoprire posizioni nuove e nuovi modi di stare insieme, magari più gratificanti per entrambi i partner”.

È vero che nell’attesa il desiderio aumenta?

“Nel corso dei nove mesi la produzione degli ormoni estrogeni cresce progressivamente”, spiega Irene Cetin. “In più, si verifica una maggiore vasocongestione a livello vaginale e tutti questi fattori agiscono positivamente sul desiderio sessuale della futura mamma”, spiega la ginecologa.
“Naturalmente, oltre a questi motivi il modo di vivere la sessualità in gravidanza dipende molto da come la si viveva prima”, commenta Roberta Giommi, psicoterapeuta, direttore dell’Istituto Internazionale di Sessuologia di Firenze. “Ma a parte questo, è vero che il più delle volte la donna si sente bene nel suo nuovo stato e si vede ugualmente piacevole e femminile. Non per niente, rispetto al passato il pancione si ‘porta’ con molta più disinvoltura e si espone volentieri, tanto che in spiaggia capita spesso di vedere future mamme in bikini, orgogliose di mostrare le loro nuove rotondità. Anche in gravidanza, insomma, si ha voglia di essere riconosciute come donne e di vivere il proprio spazio come amanti”.
E questo soprattutto nel secondo trimestre, quando il corpo si è ormai abituato alle modificazioni della gravidanza, la donna si sente meglio e il pancione non è ancora tanto ingombrante. C’è poi un altro aspetto che, da un punto di vista psicologico, può influire positivamente: durante l’attesa si possono avere rapporti sessuali in libertà, senza preoccuparsi di dover usare un anticoncezionale o di dover stare attente… per non restare incinte! Infine, il fatto di condurre ritmi di vita di solito più rilassati fa sentire bene con se stesse e più serene: spesso, infatti, stress e stanchezza finiscono per spegnere il desiderio.

Che fare se lui si sente inibito?

“Ci sono uomini che continuano a vedere le loro donne belle e affascinanti anche col pancione”, fa notare Roberta Giommi, “altri che, pur rimanendo affezionati alla compagna, si sentono inibiti di fronte alle trasformazioni del loro corpo, provano preoccupazione, imbarazzo, paura di danneggiare o disturbare il bambino perché se lo immaginano proprio ‘lì’. Ma il vero ostacolo è di tipo mentale ed è legato al tabù che vede la maternità come qualcosa di  sacro. Come comportarsi in questi casi? Provando a richiamare con dolcezza il partner, rassicurandolo e coinvolgendolo di più nell’attesa. E cercando di trovare una nuova intesa, un nuovo modo di vivere insieme l’intimità”.

E se proprio non se ne ha voglia?

Se, nonostante le rassicurazioni del medico, non ci si sente a proprio agio ad avere rapporti completi, l’importante è mantenere altre forme di contatto intimo con il compagno, come il massaggio, il bacio profondo, il petting, che facciano ricordare che, pur aspettando un bimbo, si è comunque e sempre una coppia”, risponde Roberta Giommi.

Dopo il parto, quando si può ricominciare?

“In genere si sconsigliano i rapporti per i primi 40 giorni”, spiega Irene Cetin. “A volte vengono messi dei punti di sutura, che potrebbero rendere la penetrazione dolorosa. Inoltre, nei giorni successivi al parto il coito potrebbe favorire l’insorgenza di infezioni genitali”. “Nei primi periodi dell’allattamento, poi, è facile che ci sia una diminuzione del desiderio sessuale”, fa notare Roberta Gommi. “A parte i cambiamenti ormonali caratteristici del post-parto, la neomamma è di solito talmente assorbita dal bambino che potrebbe essere meno disponibile per altri contatti ‘ravvicinati’. Anche perché dedicarsi 24 ore su 24 al bebè è un impegno nuovo che richiede molte energie e non lascia molto spazio ad altre ‘attività’! All’inizio prendiamoci pure tutto il tempo che ci occorre, ma piano piano cerchiamo di recuperare gli spazi di coppia: se i nonni sono disponibili, prendiamoci qualche ora libera solo per noi, almeno per scambiarci le coccole!”

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