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FIVET: ecco la lista degli esami richiesti

FIVET: ecco la lista degli esami richiesti


La coppia di aspiranti genitori che intende accedere a un trattamento di fecondazione assistita FIVET (fecondazione in vitro con trasferimento in utero degli embrioni) deve sottoporsi a una serie di esami preliminari, previsti dalle Linee Guida della legge 40/2004. Se siete arrivati alla FIVET avrete sicuramente già fatto molte analisi, ma alcune vanno ripetute per ridurre il rischio che eventuali patologie interferiscano con il trattamento.
È importante informarsi in anticipo sugli esami richiesti, alcuni dei quali richiedono tempi di elaborazione dei dati piuttosto lunghi (anche oltre il mese e mezzo), e individuare il laboratorio di analisi adatto (non tutti effettuano esami così approfonditi). Occorre anche tenere presente che alcune indagini hanno una validità di 6 mesi e, scaduto questo periodo, vanno rifatti.
Ogni centro fornisce una lista degli esami necessari, che può subire alcune variazioni a seconda del tipo di problema riproduttivo della coppia o di altri elementi giudicati importanti dal medico curante.
In generale, sono richiesti a entrambi i partner: il test dell’antigene Australia per la diagnosi dell’epatite B, il test dell’epatite C, il test dell’HIV, il VRDL per la diagnosi della sifilide, la determinazione del gruppo sanguigno, l’elettroforesi emoglobina per individuare i portatori sani di anemia mediterranea. Alcuni centri richiedono anche la G6PDH per la diagnosi del favismo.
La donna deve inoltre effettuare: il rubeo test, il toxo test, il test di Coombs, l’ecografia mammaria o la mammografia, l’ecografia pelvica, il tampone vaginale, il pap test e, in alcuni casi, i dosaggi ormonali. All’uomo è richiesto lo spermiogramma e, a volte, il tampone uretrale.
“Infine”, aggiunge Andrea Borini, direttore e responsabile clinico e scientifico di Tecnobios Procreazione, e presidente SIFES (Società Italiana di Fertilità e Sterilità e Medicina della Riproduzione), “se è previsto che il prelievo degli ovociti avvenga in anestesia,  per la donna si aggiungono le analisi preanestesia, da effettuare 2 mesi prima dell’intervento: emocromo completo, VES, tempo di Quick, PT-PTT, transaminasi, glicemia, elettrocardiogramma”. A queste si possono aggiungere, su indicazione, trigliceridi, NA e K, gamma GT, sideremia, ferritina, transferrina.
Ci sono casi in cui si esce dal protocollo? “Sì: in situazioni particolari può esserci la necessità di effettuare test genetici, come ad esempio il cariotipo, lo screening per la fibrosi cistica (un solo partner), la Beta talassemia (un solo partner) o la ricerca delle delezioni del cromosoma Y in casi con gravi alterazioni del liquido seminale”.
di Elisabetta Zamberlan

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