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Bambine: cosa sono le sinechie delle piccole labbra e come trattarle


Di Simona Regina
ginecologa

22 Novembre 2017 | Aggiornato il 13 Agosto 2018
L'anomala fusione non deve preoccupare i genitori, in molti casi passa senza che sia necessario alcun trattamento, con la graduale produzione di ormoni femminili dopo gli otto anni. Ne parliamo con le ginecologhe Erica Bencini, dell’Ospedale pediatrico Meyer di Firenze, e Maria Chiara Lucchetti, del Bambino Gesù di Roma


È rassicurante Erica Bencini, ginecologa dell’Ospedale pediatrico Meyer di Firenze. «Quando parliamo di sinechie delle piccole labbra intendiamo un’anomala fusione dei margini delle labbra che circondano l'ingresso della vagina, che non deve preoccupare i genitori: la riscontriamo piuttosto frequentemente, dal 2 al 5% delle bambine di età compresa tra i sei mesi e i sette anni, poi in età puberale la situazione tende a normalizzarsi spontaneamente e scompare completamente dopo la prima mestruazione».

La causa è da rintracciare nell’ipoestrogenismo infantile, per questo Maria Chiara Lucchetti, responsabile dell'ambulatorio di ginecologia pediatrica del Bambino Gesù di Roma, sottolinea che la chiusura delle piccole labbra è transitoria e non è da etichettare come una patologia.

Che cosa sono
Tipicamente i sottili lembi di pelle che circondano l’ingresso della vagina sono separati. In caso di sinechie, invece, aderiscono tra loro e possono bloccare l'apertura, parzialmente o completamente, rendendo difficile visualizzare correttamente il ‘buchino' della pipì.

A innescare la chiusura nelle bambine predisposte è l’assenza di estrogeni, o meglio la progressiva scomparsa degli estrogeni materni dopo la nascita con conseguente secchezza della mucosa vaginale.

«Il muco cervicale vaginale – spiega Bencini, dell’ambulatorio di ginecologia pediatrica del Meyer – è in gran parte stimolato dalla produzione degli ormoni femminili, per cui tutte le bambine vanno incontro a una situazione di relativa secchezza vulvare o vaginale nel periodo prepubere, dal momento che la secrezione degli estrogeni inizia dopo gli otto anni».
Alcuni fattori possono però favorire l’insorgenza delle sinechie: «per esempio le infezioni vaginali, vulvari o urinarie frequenti provocano la liberazione di sostanze infiammatorie che hanno azione cicatrizzante».

Se la chiusura è parziale e non ostacola lo svuotamento della vescica, la transitoria anomalia anatomica può non dare alcun sintomo. Se invece la fusione è completa può favorire il ristagno di urine con conseguenti infezioni delle vie urinarie, dolore e bruciore locale.

Cosa fare
«A volte proprio i sintomi irritativi possono destare l’attenzione del genitore che, al cambio del pannolino, si accorge della fusione delle piccole labbra» spiega.
Che fare? Dipende. «In molti casi non è necessario far nulla» dice la ginecologa. Per esempio, se le sinechie non creano alcun fastidio, perché scompaiono spontaneamente all'inizio della pubertà, quando inizia appunto la produzione di ormoni che precede l'arrivo della prima mestruazione.

In caso di sintomi invece si suggerisce  l'applicazione di pomate a base di estrogeni. «Le evidenze scientifiche – ribadisce Lucchetti – suggeriscono di trattare farmacologicamente soltanto le sinechie complete, quelle che possono realmente costituire un problema alla minzione, causare ristagno di urine con conseguenti infezioni ricorrenti delle vie urinarie».  E il trattamento, dice, va portato avanti fino al raggiungimento dell’obiettivo: «mediamente dopo 4 settimane di applicazione si raggiunge il risultato sperato, per effetto dell'estrogenizzazione»Ma sottolinea anche l’importanza di continuare a lubrificare il tessuto con oli naturali per contrastare la tendenza a richiudersi. «Da oltre 30 anni – invece – l’intervento chirurgico è considerato una manovra spropositata».

«Se in passato infatti si ricorreva all’intervento chirurgico, in pratica dopo l’anestesia si praticava l’apertura con i bisturi, oggi – ribadisce Bencini – prevale un atteggiamento conservativo. E in molti casi, di fatto riscontriamo che anche solo l’applicazione di sostanze emollienti con oli e vitamina E è sufficiente per ammorbidire il tessuto e favorire lo scollamento e, se necessario, consentire (dopo applicazione di una crema anestetica) la delicata separazione manuale delle piccole labbra aiutandosi con un cotton fioc».

La terapia antibiotica, aggiunge «ha senso solo in caso di riscontro di sovra infezione batterica in corso».

Lucchetti consiglia di prestare grande attenzione all’igiene: in particolare di «fare le adeguate manovre di apertura delle grandi labbra per evitare che ristagnino residui di feci oltre che di urine». E sconsiglia di stendere sulle mucose, quindi all’interno delle grandi labbra, le pomate all’ossido di zinco tipicamente usate per le irritazioni da pannolino. «Tutto questo per non innescare reazioni infiammatorie che possono contribuire alla chiusura».

Alle sinechie, può essere associata una condizione chiamata “lichen sclero-atrofico”: si tratta di una malattia dermatologica cutanea caratterizzata dalla secchezza. «E dato che la secchezza vaginale può favorire l’adesione delle piccole labbra, ecco che la sinechie può essere una conseguenza di questa dermatosi infiammatoria cronica che causa irritazione, prurito vulvare, lesioni, ragadi, piccoli sanguinamenti fino all’ano. Per eliminare la secchezza estrema del lichen, in questi casi si ricorre a trattamenti cortisonici locali che migliorano vistosamente il quadro clinico».  

«Il trattamento va comunque discusso con il ginecologo o l’urologo pediatra. Perché è assolutamente da evitare il fai da te» concludono.

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