Qual è l’impatto di una grave carenza di iodio su madre, feto e neonato?
Un’inadeguata produzione di ormoni della
tiroide, da parte dell’organismo della madre e di quello del
feto, è il risultato di una carenza di apporto di
iodio per la madre. Basse concentrazioni nel sangue di
ormoni tiroideiprovocano un’aumentata produzione di
TSH e questo può indurre la comparsa di
gozzo. Fino al 30% delle donne gravide residenti in aree a rischio di
carenza di iodio presenta
noduli della
tiroide. Per quanto riguarda la
gravidanza, lo stato di carenza aumenta la frequenza di aborti e di decessi dei feti o dei neonati. Altre possibili conseguenze possono essere problemi neurologici nei bambini come: alterazioni delle funzioni cognitive, riduzione dello sviluppo mentale e problemi di movimento. Per prevenire queste situazioni, le
Linee Guida raccomandano l’assunzione di sale arricchito di iodio.
Qual è il livello di iodio nelle donne gravide e in quelle che allattano, negli Stati Uniti e nei Paesi Europei?
Secondo un’indagine eseguita negli Stati Uniti fra il 2005 e il 2010, le concentrazioni di iodio nelle urine delle donne gravide erano indicative, in media, di una lieve carenza. Meno significativi i dati sulle donne che allattano. Per quanto riguarda i Paesi Europei, in molti di essi, compresi Spagna e Francia che per certi versi possono essere considerati simili all’Italia, si sono osservate carenze significative di iodio nelle donne gravide.
L’integrazione dell’apporto di iodio, con appositi supplementi nutrizionali, in gravidanza e allattamento contrasta gli effetti della carenza di iodio?
In aree con carenza di iodio, l’integrazione dell’apporto di questo elemento con la dieta ha migliorato l’efficienza delle funzioni cognitive e ha ridotto la comparsa di altre patologie provocate dalla carenza, oltre a diminuire il rischio di
aborto. Un recente studio clinico ha dimostrato che la somministrazione di una dose di 400
mg di olio arricchito di iodio nella madre, dopo il
parto, permette un apporto adeguato di questo elemento per il neonato, con il latte materno.
Qual è la dose giornaliera di iodio raccomandata per le donne che desiderano un concepimento, in quelle che sono gravide e in quelle che allattano?
A questo proposito, le Linee Guida fanno riferimento ai fabbisogni degli Stati Uniti, secondo i quali la donna che cerca il
concepimento deve assumere 150 microgrammi di iodio al giorno, quella gravida 220 microgrammi e quella che allatta 290 microgrammi. A integrazione di quanto riportato nelle Linee Guida dell’Associazione Americana della
Tiroide, si segnala che in diverse comunicazioni dell’Istituto Superiore di Sanità e del Ministero della Salute Italiani si cita, come ideale, un apporto giornaliero di 250 microgrammi di iodio, sia per la gravidanza che per l’allattamento.
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