book

Il mio libro sulla nostra storia

Immagine
 finalmente dopo 3 anni ho finito di scrivere il mio racconto che narra del percorso fatto con mia moglie , tutte le difficoltà , tutte le delusioni per poi .............................................. https://www.amazon.it/dp/B083XX4N61

6 domande sul cerchiaggio in gravidanza

Che cos’è esattamente il cerchiaggio in gravidanza, quando è necessario ricorrervi e quali  rischi comporta? Ecco le risposte degli esperti

6 domande sul cerchiaggio in gravidanza
Il cerchiaggio in gravidanza si effettua  quando si verifica un’incompetenza del collo dell’utero ovvero quando la cervice non riesce a contenere adeguatamente il feto e comincia a raccorciarsi e a dilatarsi con molte settimane di anticipo rispetto alla data presunta del parto, col rischio di un aborto o di un parto prematuro. Ecco le domande e le risposte per capire tutto sul cerchiaggio in gravidanza.

In che cosa consiste il cerchiaggio?

Il cerchiaggio è una pratica ginecologica che consiste nel posizionare una benderella sul collo dell’utero in modo da tenerlo chiuso. In ogni caso si tratta di scollare un po’ di mucosa dal collo uterino e passarle intorno (o infilare) una fettuccia larga circa mezzo centimetro circa, in materiale non assorbibile e anallergico, da legare infine con un nodo stretto, al fine di mantenere ben chiusa la cervice. L’intervento dura solo pochi minuti e viene effettuato in anestesia generale. La fettuccia verrà poi rimossa senza bisogno di anestesia in prossimità del termine della gravidanza o quando cominciano a comparire le prime contrazioni del travaglio. Di norma, il cerchiaggio viene effettuato per via vaginale: solo in casi ben precisi – ad esempio ipoplasia cervicale congenita, esiti di pregresse terapie chirurgiche o di traumi ostetrici – può essere fatto per via transaddominale o con tecnica laparoscopica.

In quali casi è necessario il cerchiaggio?

Il cerchiaggio può essere fatto a scopo preventivo o terapeutico.
  • A scopo preventivo viene programmato se la donna ha avuto almeno due aborti o parti prematuri causati da incontinenza cervicale e in genere viene effettuato tra la 13ma e le 16ma settimana di gestazione.
  • Il cerchiaggio terapeutico, detto anche “a caldo” o d’urgenza, si fa invece quando compare qualche segno di incompetenza uterina, come il raccorciamento del collo dell’utero o il cosiddetto funneling. La cervice uterina, di norma, dovrebbe misurare 3 cm circa e comunque mai meno di 2,5 cm. Una prima indicazione a effettuare il cerchiaggio si ha pertanto se nel corso dei normali controlli ecografici il ginecologo riscontra una lunghezza inferiore a 2,5 cm.
  • Più pressante l’indicazione se oltre al raccorciamento si verifica il funneling. In condizioni normali, l’interno del collo dell’utero ha la forma di un cilindro lungo e stretto; se c’è incompetenza, il collo può assumere una forma a calice conico: la parte superiore, quella vicino al bebè, si dilata, mentre quella inferiore resta sì ben chiusa, ma solo per pochi millimetri, quindi è molto più facile che col passare delle settimane non regga alla pressione esercitata dal peso crescente del bebè e ceda.
Per questo, al di là dei segnali riscontrabili durante le ecografie di routine, se compaiono contrazioni o perdite ematiche, che potrebbero essere il campanello d’allarme di una prematura dilatazione uterina, è sempre necessario recarsi dal ginecologo per un controllo.

Qual è l’origine dell’incompetenza cervicale?

In gran parte le cause sono sconosciute. C’è una predisposizione genetica, legata ad anomalie muscolari del collo dell’utero, alla quale si aggiungono alcuni fattori favorenti, come numerose interruzioni di gravidanza, spontanee o provocate; precedenti parti traumatici, con lacerazione del collo uterino e lesione delle sue fibre muscolari. Anche il solo fatto di aver già partorito molte volte può alterare le fibre muscolari che, in una successiva gestazione, non sono più in grado di mantenere la cervice uterina ben chiusa, così come un altro fattore predisponente è la gravidanza gemellare, semplicemente perché il maggior peso dei feti distende più facilmente il collo.


Se si fa il cerchiaggio, bisogna stare a riposo?

Dopo aver fatto il cerchiaggio, la donna resta in ospedale per qualche giorno e le viene prescritta una terapia antibiotica per almeno una settimana, allo scopo di scongiurare il rischio di infezioni. Qualcuno usa anche farmaci tocolitici per evitare l’attività contrattile uterina, ma quasi sempre il riposo è sufficiente. Una volta tornata a casa, infatti, anche se non è necessario il riposo assoluto a letto (salvo diversa indicazione del medico), la donna dovrà comunque condurre una vita più tranquilla, evitando gli sforzi e i rapporti sessuali, almeno nei primi tempi. Con il cerchiaggio, inoltre, i controlli ginecologici sono più assidui e in generale la gestazione viene considerata a rischio, quindi è necessario restare a casa dal lavoro.
Quali sono i rischi ai quali si può andare incontro?
L’inserimento del cerchiaggio, che è pur sempre un corpo estraneo inserito in vagina, può stimolare l’attività contrattile dell’utero o facilitare l’insorgenza di infezioni, che a loro volta possono determinare la rottura del sacco amnioticofino a provocare spontaneamente un aborto o un parto pretermine.
Pur essendo la fettuccia molto morbida, inoltre, in alcuni casi può causare piccole lacerazioni del collo dell’utero che possono provocare lievi sanguinamenti, non pericolosi per il benessere fetale, ma pur sempre fastidiosi per la mamma.
Proprio perché si tratta di una pratica non esente da rischi e da effetti collaterali, in ambiente medico ci sono pareri discordanti circa l’opportunità di ricorrervi, soprattutto a livello preventivo, considerato che non vi è assoluta certezza che il solo cerchiaggio sia sufficiente per bloccare un’eventuale incompetenza cervicale e prolungare la gravidanza. Si può dire, allora, che l’unico caso in cui questa pratica è davvero raccomandabile è quello in cui si riscontra lunghezza cervicale inferiore a 2,5 cm e contemporaneamente la presenza di funneling. Nei casi di sola cervice raccorciata, invece, non di rado è capitato di constatare che, col trascorrere delle settimane, la situazione si risolve da sé.

Chi si è sottoposto a questa pratica può partorire naturalmente?

Questa metodica non è una controindicazione al parto naturale, poiché in prossimità del termine della gravidanza la benderella viene rimossa e la donna può partorire normalmente. Anzi, il fatto di avere incompetenza uterina potrebbe al contrario, facilitare la dilatazione e accorciare i tempi del travaglio. Non è necessario neanche partorire in una struttura specializzata, a meno che, nonostante il cerchiaggio, non si prospetti un parto pretermine: in tal caso è opportuno rivolgersi a un ospedale di III livello, dove i piccoli prematuri possono essere adeguatamente assistiti.
Il pessario vaginale, una possibile alternativa?
In base a un recente studio pubblicato sulla Cochrane Library (autorevole associazione inglese di medicina basata sull’evidenza scientifica), una possibile alternativa al cerchiaggio tradizionale potrebbe essere l’inserimento di un pessario vaginale, lo stesso che si adopera già da tempo in caso di incontinenza o prolasso uterino. Si tratta di un anello in gomma che viene collocato in vagina all’altezza del collo dell’utero, in modo tale da sostenerlo ed evitare che scenda. Rispetto al cerchiaggio è un intervento molto più semplice, che potrebbe essere fatto ambulatorialmente, senza alcuna anestesia. Per il momento, però, si tratta ancora di una tecnica sperimentale assai poco diffusa e in attesa di ulteriori valutazioni.

Commenti

Post popolari in questo blog

20 canzoni italiane e straniere emozionanti da dedicare ai figli

Dermatite (o eritema) da pannolino: 4 cose da sapere

SACTOSALPINGE CHE COS'E?