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Il mio libro sulla nostra storia

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 finalmente dopo 3 anni ho finito di scrivere il mio racconto che narra del percorso fatto con mia moglie , tutte le difficoltà , tutte le delusioni per poi .............................................. https://www.amazon.it/dp/B083XX4N61

Esperienza di PMA vista dagl'occhi di un uomo




racconto trovato in rete

Queste parole sono dedicate alla donna che amo. Un amore che oggi sarebbe definito “normale”, fatto di rispetto, voglia di stare insieme e semplicità. Sono anni che stiamo insieme, siamo sposati, la casa c’è, il lavoro anche. Cosa manca? Un figlio. Che non arriva. Inizia così il nostro calvario di coppia. Sono tre anni che giriamo l’Italia in cerca di una speranza. La beffa più grande è stata la prima. Siamo sani, io ho problemi di motilità lieve, teoricamente potrebbe accadere anche naturalmente, a percentuali bassissime però. La mazzata psicologica è grande, perché fin da piccolo ti fanno crescere con il mito della virilità. In adolescenza poi non ne parliamo. Poi quando la virilità ti serve ecco che i tuoi spermatozoi diventano lenti e pigri.
Ma vai avanti, l’unica cosa che vuoi è completare la tua famiglia, un piccolo erede (maschio o femmina chi se ne importa!) che ti metta la casa a ferro e a fuoco.
Inizi le visite conoscitive, ti ribaltano di esami. In realtà ribaltano lei. Perché tu l’unico esame che fai è quello del liquido seminale. Siamo adulti e vaccinati, per noi uomini è pure piacevole. Ma la donna vince per distacco l’Oscar per la miglior attrice protagonista.
Ci chiamano per il primo ciclo. Organizza ferie, inizia a dire bugie ad amici e parenti, ti inventi week end romantici. In realtà sei in ospedale, o meglio lei è in ospedale. E tu ad accompagnare, confortare, abbracciare, per arrivare ad avere una cosa che dovrebbe essere nella normalità assoluta e che dovrebbe essere concepita facendo la cosa più naturale del mondo.
Si diventa cattivi, non mi nascondo: vedi le pance delle altre, tutti i tuoi amici che ce la fanno. Passa il tempo e i loro figli crescono, e tu ogni tre mesi a girare l’Italia per cercare di dargli un amichetto con cui giocare. Pensi che Erode fosse un liberaldemocratico e ti chiedi per quale motivo la madre dei cretini sia sempre incinta e la tua donna no. Ti arrabbi, perché ti chiedi per quale motivo agli altri si e a voi no.
Si diventa cattivi, ma poi si torna buoni ovviamente. La PMA è uno saliscendi di emozioni, grandi speranze e grandi delusioni, nessuna via di mezzo. Sembra lo spread.
L’arrivo in clinica, il solito protocollo, le solite procedure, le solite firme e dopo un po’ le solite facce e i soliti dottori. Gli occhi di quelli che ti guardano che dicono più di mille parole. E tu fiducioso e che pensi che quella è la volta buona. Inizi a confortare la tua amata, perché per lei è un intervento chirurgico doppio, sia di espianto degli ovuli che di reimpianto degli embrioni. Dolore fisico, sensazione di essere violate, motivazione, ma anche scombussolamento ormonale, sbalzi di umore: questa è la PMA per la donna, e tu non puoi intervenire, puoi solo sperare di aver prodotto un buon seme. E’ lei la regina, la protagonista, è lei che si becca il dolore, che piange e che spera. Tu non fai niente. Terribile. Sei impotente, uno spettatore, che ammira solamente la forza della propria signora.
Torni a casa e passi i 12 giorni più belli della tua vita: sogni un pargoletto per casa, credi di essere padre, pianifichi alcune migliorie alla casa. Insomma ti senti famiglia, ci speri, fai dei progetti. Ti senti anche un po’ stupido a pensare a cose così normali.
Poi arrivano puntuali le mestruazioni, anche stavolta non è andata. E ricominci, come i criceti che girano nella ruota.
L’unica dubbio che ti rimane: ma dove la trova la forza per andare ancora avanti e riprovarci? Io che subisco un millesimo di quello che subisce lei, la trovo nel nostro “normale” amore e nella voglia di avere un figlio.
Lei è una grande e la amo ancora di più per questo, a volte non se rende conto, ed io non glielo dirò mai abbastanza spesso.
B.V.

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