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Agopuntura in gravidanza: disturbi addio


Allevia molti fastidi tipici dell’attesa, dal mal di schiena al mal di testa, fino ai disturbi circolatori. Fondamentale, però, è rivolgersi solo a mani esperte e competenti

Agopuntura in gravidanza: disturbi addio
L’agopuntura in gravidanza è una tecnica della medicina tradizionale cinese, che trova ormai larga applicazione anche in Occidente. È una terapia molto antica, che ha lo scopo di ristabilire lo stato di salute e di benessere dell’organismo alterato per una qualsiasi causa, interna o esterna. Totalmente priva di controindicazioni o effetti collaterali, l’agopuntura in gravidanza può essere una metodica ideale nei nove mesi dell’attesa, quando si presentano dei disturbi che alterano le funzioni fisiologiche dell’organismo. Il trattamento consente di ripristinarle, senza bisogno di ricorrere ai farmaci. Anche se la terapia è basata sull’uso di aghi, rigorosamente monouso, non si deve credere che le sedute siano dolorose. Gli aghi sono lunghi e sottili e le sensazioni registrate possono essere diverse – una specie di scossa, calore, senso di peso – ma non si arriva mai a provare un dolore vero e proprio. Molto importante, però, è affidarsi a mani esperte. Per cercare un bravo operatore, si può chiedere al proprio ospedale di riferimento se c’è la possibilità di usufruire di questo servizio: alcune strutture si appoggiano infatti ad ambulatori privati convenzionati.  In alternativa, ci si può rivolgere a un agopuntore privato: l’elenco dei medici diplomati, diviso per regioni, si può trovare sul sito della Fisa, la Federazione Italiana delle Società di Agopuntura. Il numero delle sedute (di trenta minuti ciascuna) varia secondo l’intensità del disturbo.

Agopuntura in gravidanza: cosa può curare

Ecco i disturbi tipici della gravidanza che potete curare con l’agopuntura.
  • Nausea e vomito

    L’utilizzo dell’agopuntura contro questi disturbi, in gravidanza e non, è di notevole efficacia. Il punto principale da sollecitare si trova nella parte interna e centrale del braccio, per l’esattezza tre dita al di sopra della piega del polso (Punto 6 di pericardio). Associandone altri 2 o 3, localizzati su tronco e gambe, si crea uno “schema” molto semplice, con cui si riesce a tenere i sintomi sotto controllo, che si tratti di una semplice nausea mattutina o di una forma più accentuata, con ripetuti episodi di vomito.
  • Cefalea

    In genere, in gravidanza il mal di testa migliora spontaneamente. Esiste tuttavia un 30 per cento di casi in cui questo non avviene. L’agopuntura può diventare allora la soluzione ideale, perché permette di tenere a bada il disturbo senza dover ricorrere ai farmaci. A poco a poco diminuisce sia la frequenza degli attacchi, sia l’intensità del dolore e degli eventuali sintomi a esso associati, come il fastidio per la luce, la nausea, il vomito. La scelta dei punti da stimolare dipende dal tipo di cefalea, dalla zona in cui è localizzata (parte anteriore o posteriore della testa) e dai sintomi che l’accompagnano.
  • Lombosciatalgia

    È un disturbo tipico della gravidanza, specialmente negli ultimi mesi.  Anche in questo caso, la metodica permette di diminuire progressivamente il dolore, evitando il ricorso ad antinfiammatori. I punti da stimolare sono diversi, posti sul dorso e lungo le gambe. Per rendere possibile l’applicazione degli aghi, data la fase avanzata della gravidanza, e quindi l’aumento di volume del pancione, la donna viene fatta sdraiare sul fianco.
  • Gambe gonfie

    Col procedere dell’attesa, l’utero che aumenta di volume tende a comprimere i vasi sanguigni della parte inferiore del corpo, creando un ristagno di sangue e di linfa e provocando disturbi quali gambe gonfie e/o emorroidi. L’agopuntura in gravidanza, ripristinando la funzionalità del sistema circolatorio, risulta efficace anche contro questi problemi. La stimolazione dei punti, alcuni dei quali si trovano sull’orecchio, varia in base all’entità del disturbo.
  • Rivolgimento fetale

    Non si tratta di un disturbo, ma di un possibile inconveniente della gravidanza. Aiutare il bebè a compiere la “capriola” quando si trova in posizione podalica è tra le applicazioni più note dell’agopuntura in gravidanza. Si sollecita trattando un punto estremamente preciso, all’angolo esterno dell’unghia del mignolo di entrambi i piedi con un ago che, in questo caso, viene riscaldato. Immediatamente il piccolo comincia a muoversi e nell’arco di qualche ora, solitamente di notte, si gira, mettendosi in posizione corretta. Il numero delle sedute necessarie può arrivare fino a quattro, ma spesso per ottenere il risultato ne basta una sola. Il trattamento viene effettuato tra la 32esima e la 35esima settimana. Prima di questo periodo sarebbe inutile, visto che il bambino ha ancora spazio a disposizione e quindi potrebbe tornare podalico prima del parto. Prima della seduta, è importante eseguire un controllo ecografico per accertarsi della posizione del feto.
  • Allattamento

    L’agopuntura dopo la gravidanza può essere infine risolutiva anche per problemi relativi alla produzione di latte. In particolare, si è visto che funziona molto bene nei casi in cui la lattazione, ben avviata in un primo momento, a un certo punto sembra bloccarsi. Il punto principale di stimolazione si trova nell’angolo esterno dell’unghia del mignolo di entrambe le mani. L’ideale è fare le sedute con regolarità, per un periodo che può essere anche piuttosto lungo, intorno alle 8-10 settimane.
  • E l’agopuntura per il parto?
Dopo aver accompagnato la futura mamma nel corso della gravidanza, l’agopuntura può essere efficace anche per indurre il travaglio quando la gravidanza è oltre il terminepotenziare le contrazioni uterine accorciando i tempi del travaglio e persino controllare il dolore. Va detto, tuttavia, che queste applicazioni sono purtroppo estremamente difficili da attuare negli ospedali, dove il  numero di agopuntori non è sufficiente per poter garantire assistenza alle mamme al momento opportuno.

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