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La fecondazione assistita: tutte le tecniche

La fecondazione assistita: tutte le tecniche
La sterilità è un problema che riguarda molte coppie e nella maggior parte dei casi riscontrati può essere curata con successo, attraverso diverse tecniche di fecondazione assistita.
Circa dopo un anno di rapporti sessuali non protetti l’80% delle coppie sane aspetta un bambino, dopo quel termine di tempo è opportuno rivolgersi, insieme al partner, al proprio medico che prescriverà gli esami e le visite opportune.
Le indagini diagnostiche sulla fertilità sono solitamente abbastanza lunghe e la scelta della terapia derivata dall’iter diagnostico di entrambi i partner può prevedere semplici cure ormonali (tramite l’assunzione di specifici farmaci), interventi chirurgici poco invasivi (realizzati tramite piccolissimi tagli e con laser o fibre ottiche) o nei casi più complessi, la fecondazione artificiale.
Le tecniche di fecondazione artificiale sono un insieme di procedimenti che mirano ad ottenere una gravidanza (le percentuali di riuscita sono ancora molto basse, dal 10 al 25%) intervenendo attivamente nelle fasi di formazione di un embrione, cercando di sopperire ai problemi specifici di sterilità dell’uomo o della donna.
  •  L’inseminazione artificiale
È una tecnica che consiste nel fare arrivare lo sperma in utero al di fuori del rapporto sessuale. Lo sperma utilizzato può essere quello del partner, e in questo caso l’inseminazione è “omologa”, o servirsi del seme di un donatore prelevato dall’apposita “banca del seme”, e viene detta “eterologa”.
L’inseminazione artificiale è una tecnica che si svolge ambulatoriamente in pochi minuti e non è affatto dolorosa; durante il periodo dell’ovulazione (precedentemente riscontrato tramite un’ecografia) lo sperma viene deposto nel collo dell’utero (inseminazione intracervicale) o nel fondo dell’utero (inseminazione intrauterina) attraverso un tubicino e nella maggior parte dei casi il successo si ottiene al secondo tentativo (questa tecnica può essere ripetuta dalle 3 alle 6 volte).
È consigliabile l’inseminazione omologa quando:
  1. lo sperma contiene spermatozoi con scarsa capacità di muoversi;
  2. lo sperma è scarso ma ricco di spermatozoi;
  3. ci sono problemi di tipo organico o sessuale che impediscono la deposizione normale del seme in vagina (impotenza, eiaculazione precoce, malformazioni del pene).
L’inseminazione eterologa può essere invece utile quando la fertilità dell’uomo è del tutto irrecuperabile.
  • La fecondazione in vitro (F.I.V.E.T.)
È una tecnica che viene applicata quando nella donna sono danneggiate le tube (e non sono recuperabili per mezzo della microchirurgia o con la chirurgia endoscopica) e quando nell’uomo gli spermatozoi sono pochi o poco mobili e stentano a raggiungere l’ovulo nelle tube.
La sua applicazione consiste nel far maturare, con appositi farmaci, alcuni ovuliche vengono prelevati ambulatoriamente tramite l’utilizzo di una sonda endovaginale.
Ogni ovulo quindi, viene messo in provetta e portato alle condizioni ottimali per la fecondazione. Nello stesso tempo anche gli spermatozoi sono stati prelevati e preparati in modo da avere il massimo della vitalità. Successivamente gli ovuli e gli spermatozoi trattati vengono messi a contatto all’interno della provetta e dopo alcune ore è possibile sapere se la fecondazione è avvenuta, ovvero se l’ovulo comincia a dividersi e a moltiplicarsi.
Se l’operazione ha avuto successo, dopo 48-72 ore gli ovuli fecondati vengono inseriti nell’utero attraverso un catetere e se un ovulo attecchisce la gravidanza può continuare.
  •  LA G.I.F.T. (Gamete Intra Fallopian Transfert)
È una tecnica americana che prevede un intervento chirurgico (di circa 30 minuti) e per questo si usa poco e in caso di insuccesso può essere ripetuta al massimo 2-3 volte.
Consiste nel somministrare nella donna alcuni farmaci capaci di provocare l’ovulazione; quando l’ecografia mostra la maturazione degli ovuli, gli stessi vengono prelevati, attraverso un piccolo taglio nell’addome e dopo essere stati aspirati dai singoli follicoli, se ne controlla al microscopio la maturità e vengono quindi uniti agli spermatozoi (preventivamente trattati) e immessi in una delle tube, dove dovrebbe avvenire la fecondazione.
È una tecnica consigliata quando:
  1. la sterilità risulta inspiegabile;
  2. all’origine del problema c’è una leggera endometriosi (presenza del rivestimento della cavità uterina al di fuori della sede naturale che può provocare aderenze e cicatrici);
  3. ci sono patologie lievi del tratto terminale delle tube;
  4. gli spermatozoi sono scarsi o poco mobili e le altre tecniche hanno fallito.
  •  LA Z.I.F.T. (Zigote Intra Fallopian Transfert)
Questa tecnica prevede il trasferimento nella tuba della cellula già fecondata al primo stadio di divisione (che avviene entro 8 ore dal prelievo degli ovuli) per mezzo di un sottile catetere e attraverso un taglietto nell’addome.
È consigliata quando:
  1. esistono problemi maschili medio-gravi;
  2. ci sono i casi di sterilità immunologica;
  3. ci sono i casi di sterilità inspiegata.
  •  La T.E.(S)T. (Tubal Embryo Stage Transfert).
In questo caso nella tuba viene inserito un embrione. Gli ovuli vengono prelevati o tramite un piccolo taglio nell’addome o pungendo l’ovaio con una sonda endovaginale, mentre il successivo inserimento nella tuba (che avviene entro 48 ore dal prelievo degli ovuli) è a discrezione del medico.
È una tecnica che può essere ripetuta al massimo 6 volte ed è indicata quando:
  1. fallisce la G.I.F.T;
  2. non si è riusciti ad ottenere una gravidanza dopo un intervento di chirurgia tubarica (se le tube sono aperte).
  • Le tecniche di macromanipolazione dei gameti (Assisted Fertilization)
Nei casi in cui c’è un insuccesso nell’applicazione della tecnica di fertilizzazione in vitro a causa della difficile fusione tra ovulo e spermatozoo, cioè tra i due gameti, è possibile manipolare questi ultimi in laboratorio.
Per quanto riguarda il prelievo degli ovuli, si agisce utilizzando una sonda endovaginale e questa tecnica è solitamente utilizzata quando:
  1. c’è un fallimento della F.I.V.E.T.;
  2. le caratteristiche seminali non permettono il ricorso alla F.I.V.E.T.

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