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Quando serve il cerchiaggio

Il cerchiaggio è una strategia necessaria quando il collo dell’utero comincia ad accorciarsi e a dilatarsi prima del tempo, con il rischio di un aborto o di un parto prematuro

Quando serve il cerchiaggio


È una strategia necessaria quando il collo dell’utero comincia ad accorciarsi e a dilatarsi prima del tempo, con il rischio di un aborto o di un parto prematuro. Ma in che cosa consiste esattamente il cerchiaggio? E in quale epoca di gravidanza viene effettuato? L’utero è composto da due parti: il corpo e il collo. Il primo è costituito principalmente da tessuto muscolare, nel secondo, invece, prevale la componente fibro-connettivale. Il collo dell’utero ha la forma di un piccolo cilindro e svolge la funzione di tenere ben chiuso, sigillato, il corpo dell’utero stesso. Al momento del travaglio, sotto la spinta delle contrazioni, il collo si modifica, accorciandosi e dilatandosi fino a scomparire.

Le cause dell’incontinenza cervicale

A volte, generalmente nel secondo trimestre di gravidanza, succede che l’utero si riveli incapace di mantenere la propria funzione di chiusura, e progressivamente si dilata, con il rischio che il piccolo nasca prima del tempo. Si parla allora di incontinenza cervicale o cervico-istmica. Ma perché accade? Le cause non si conoscono ancora con esattezza. Probabilmente, alla base c’è una predisposizione genetica legata ad anomalie strutturali del collo dell’utero e, spesso, associata a malformazioni uterine, come l’utero setto o bicorne. Ci sono poi situazioni che possono favorire l’incontinenza: per esempio, se la mamma ha vissuto in passato interruzioni di gravidanza, spontanee o provocate, se ha avuto un parto gemellare o un parto traumatico.

Quei tipi diversi

Il cerchiaggio può essere effettuato a scopo preventivo o a scopo terapeutico. Il primo si esegue nelle donne che hanno già alle spalle parti abortivi o pretermine dovuti a incontinenza cervicale e viene eseguito intorno alla 13a-15a settimana, quando il collo dell’utero ha ancora una forma e una consistenza regolari. Il cerchiaggio terapeutico, invece, si ha quando la condizione di incontinenza viene rilevata nel corso della gravidanza stessa: viene eseguito quindi in un’epoca gestazionale più avanzata (18a- 22a settimana) e con un collo dell’utero già parzialmente accorciato e dilatato.
Talvolta, tuttavia, la situazione presenta condizioni tali che il cerchiaggio viene definito d’emergenza. Succede, per esempio, quando vengono riscontrate infezioni, dato che l’apertura del collo dell’utero facilita la risalita di germi, oppure quando il sacco amniotico sporge già verso l’esterno. In questo caso, il rischio che si possa incorrere in complicanze è, purtroppo, molto elevato.

Un intervento in anestesia spinale

Ma in che cosa consiste esattamente l’intervento? In pratica, si tratta di inserire, per via vaginale (raramente per via transaddominale o laparoscopica) una sottile fettuccia di materiale sintetico, che viene fissata tutt’intorno al collo dell’utero, proprio come un’impuntura in un tessuto: completato il giro, la fettuccia viene stretta, come se si stringesse un sacchettino di stoffa e annodata. L’operazione dura circa una decina di minuti, e quasi sempre viene eseguita in anestesia spinale.
Ma, una volta posizionato il cerchiaggio, la gravidanza procederà normalmente? Saranno necessari controlli o esami particolari? In linea di massima, la raccomandazione per la futura mamma è di condurre una vita tranquilla; sarà il ginecologo di fiducia a fornirle indicazioni adeguate e più dettagliate in base alla sua situazione personale e al tipo di cerchiaggio effettuato, preventivo o terapeutico. Periodicamente, inoltre, dovrà sottoporsi a controlli clinici, ecografici e a tamponi vaginali per individuare e trattare precocemente l’insorgenza di eventuali infezioni.

Il parto? Può essere naturale

Se, nel caso di cerchiaggio terapeutico, l’obiettivo è quello di “far guadagnare” almeno otto settimane alla gravidanza, in modo che il parto, sia pure pre-termine, vada a buon fine, nei casi di cerchiaggio preventivo la percentuale di successo è molto elevata. La fettuccia viene rimossa intorno alla 35a- 36a settimana, quando ormai è stata raggiunta la maturità del feto e il parto avviene normalmente, per via naturale.

Un’ecografia per una diagnosi precisa

  • Come ci si accorge che la funzione del collo dell’utero sta venendo meno? La futura mamma avverte qualche segnale? I sintomi dell’incontinenza – qualche contrazione, presenza di muco- non sono rilevanti. È il medico ad accorgersi della situazione, attraverso la visita e, soprattutto, grazie allo studio ecografico transvaginale della cervicometria, che consente di misurare con precisione la lunghezza del collo dell’utero e di analizzarne la morfologia.
  • Un segno caratteristico dell’incontinenza è il cosiddetto “funneling”: il collo dell’utero, di solito a forma cilindrica, tende ad assumere un aspetto a calice, dilatandosi nella parte superiore, quella a contatto con il corpo dell’utero e restringendosi in quella inferiore.

Un nuovo metodo ancora allo studio

Accanto all’intervento di cerchiaggio tradizionale oggi si sta diffondendo in Europa una nuova tecnica, che consiste nel posizionamento in vagina, all’altezza del collo dell’utero, di uno speciale dispositivo, una sorta di anello di gomma che ne chiude l’imboccatura. Una metodica sicuramente più semplice e meno invasiva, di cui però non si hanno ancora elementi sufficienti per valutarne la validità. Al momento, sono in corso studi internazionali per verificarne l’efficacia e confrontarla con quella dell’intervento tradizionale.

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