La
melatonina è un ormone secreto dall'epifisi, che viene prodotto in maggiore quantità in condizioni di buio per
regolare il ciclo sonno/veglia. La melatonina che troviamo in commercio è un ormone di sintesi, ottenuto in laboratorio, che serve ad incrementare quello naturalmente prodotto qualora si riscontrino casi di
difficoltà ad addormentarsi o vere e proprie
condizioni d'insonnia.
In gravidanza: attenzione doppia
La gravidanza è un periodo di trasformazione fisica e metabolica per la donna.
Possono presentarsi disturbi di digestione, stanchezza, sonnolenza diurna,
insonnia notturna, alterazioni d’umore, dolori alle gambe e alla schiena, ristagni venosi e linfatici, ipertensione, carenza di ferro e di calcio.
Questi
tipi di disturbi in gravidanza trovano un rimedio in ambito fitoterapico, omeopatico ed erboristico in generale, ma in primis bisogna sempre considerare che ciò che si introietta in gravidanza viene assorbito anche dal bambino, che non è ancora corredato di tutti i filtri protettivi di un organismo adulto! E
naturale non significa innocuo!
Sonno-veglia in gravidanza
Per tutta una serie di difficoltà fisiche, metaboliche e psicologiche, nel periodo della gravidanza possono ingenerarsi
alterazioni del ciclo-sonno veglia e non sempre è possibile per le gestanti dormire quando se ne ha l’esigenza o restare sveglie tutta notte.
La melatonina svolge questa funzione regolatrice, con un effetto sedativo anche su stati ansiosi e disturbi neurovegetativi. Gli studi su questo ormone di sintesi però non sono ancora completi e non si possiedono indicazioni specifiche che ne certifichino la sicurezza in gravidanza. Meglio consultare sempre il proprio medico quindi ed evitare assunzioni e dosaggi fai da te.
Melatonina: controindicazioni
In quanto ormone, la
melatonina può presentare delle controindicazioni ed
effetti collaterali. Può infatti influenzare la produzione di ormoni nell’organismo femminile e
condizionare lo sviluppo del feto. Inoltre può manifestare
interazioni con farmaci anticoagulanti e regolatori glicemici; se ne sconsiglia quindi l’integrazione in questi casi.
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