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Celiachia e fertilità nella donna: ecco le precauzioni per le future mamme




Se la celiachia non viene diagnosticata in tempi brevi, può contribuire a compromettere la fertilità femminile. Ecco tutto quello che bisogna sapere.
LA PAROLA ALLA GINECOLOGA
A fare chiarezza è la dottoressa Alessandra Graziottin, direttore del Centro di Ginecologia dell’Ospedale San Raffaele Resnati di Milano: «Bisogna sapere che la celiachia può comportare un più precoce “sfinimento” dell’ovaio. Con due importanti strascichi: l’infertilità, perché più rapidamente si esaurisce la “riserva ovarica”, ossia la quantità di ovociti, le cellule riproduttive femminili; e poi la menopausa precoce».


COLPA DEL SISTEMA IMMUNITARIO
Parole forti e chiare, quelle della professoressa. «Nella celiachia il sistema immunitario finisce per produrre anticorpi (“autoanticorpi”) innanzitutto contro la mucosa dell’intestino. Può poi scagliarli anche verso altri organi, per esempio l’ovaio o la tiroide». Una sorta di “fuoco amico” che fiacca le condizioni di salute. Se non viene riconosciuta e trattata precocemente con la dieta rigorosa, l’alterazione del sistema immunitario comincia a “erodere” l’ovaio, dove la massa dei follicoli e degli ovociti fecondabili viene attaccata e distrutta, subendo un drastico calo. «Ma se il processo infiammatorio innescato dall’aggressione degli autoanticorpi contro l’ovaio è all’inizio, qualche chance di gravidanza c’è ancora», rimarca la ginecologa.


QUALI TEST ESEGUIRE?
La domanda che sorge spontanea è: come sapere se l’ovaio è a rischio di esaurimento anticipato? «Ci sono alcuni esami del sangue che fotografano la situazione», spiega Alessandra Graziottin, «la misurazione degli anticorpi antiovaio e poi il dosaggio dell’inibina B e dell’ormone anti-mulleriano: prodotti dai follicoli ovarici, più sono bassi, maggiormente segnalano che l’ovaio è in riserva. Utile è anche valutare le dimensioni delle ovaie mediante un’ecografia transvaginale: in tal caso, se dovessero risultare più piccole della norma, significa che il patrimonio di ovociti è già molto ridotto. Un altro test che va effettuato è quello degli ormoni che stimolano l’ovaio, l’FSH (il follicolo-stimolante) e l’LH (luteinizzante), in terza o quarta giornata del ciclo mestruale.
E attenzione a non sottovalutare il sintomo-spia: l’irregolarità mestruale, che è in assoluto il disturbo più sensibile nello svelare che l’ovaio è a rischio».
La corretta attenzione clinica e una manciata di indagini mirate possono aiutare concretamente i progetti delle future mamme.

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