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Che cos'è la tocofobia, la paura di morire durante il parto


Di Jessica Bordoni
pauraparto

25 Ottobre 2016 | Aggiornato il 26 Giugno 2018
Per alcune donne la paura della gestazione e del travaglio si trasforma in una vera e propria fobia che impedisce di affrontare la maternità con la giusta serenità, fino a rinunciarvi. Che cos’è e come si gestisce la tocofobia? Lo abbiamo chiesto a Manuela Caruselli, psicologa e psicoterapeuta.


Per molte donne la gravidanza è un “stato di grazia”, ma non per tutte. Alcune, infatti, appaiono letteralmente terrorizzate dall’esperienza della gestazione e del parto, tanto da evitare la nascita di un figlio nonostante il forte desiderio di diventare madri.

La tocofobia è una patologia diagnosticata solo di recente
Questo disturbo si chiama tocofobia (dal greco tocos, parto, e fobia, paura incontrollata) ed è stato diagnosticato soltanto in tempi recenti, a partire dallo studio dei ricercatori Kristina Hofberg e Ian Brockington pubblicato nel 2000 sul British Journal of Psychiatry. Come spiega la psicologa e psicoterapeuta Manuela Caruselli dello Studio Psicologia & Benessere Pomezia: «La paura del parto è fisiologica, ma in alcuni casi diventa una vera e propria ossessione con una risposta ansiogena da parte della donna che si manifesta attraverso palpitazioni, tachicardia, sudorazione accelerata e un fortissimo senso di angoscia».
 

Le tipologie e le cause principali
La tocofobia si divide in due tipologie: quella primaria è precedente alla gravidanzae generalmente comporta la rinuncia alla genitorialità, ricorrendo in maniera ossessiva alla contraccezione (ad esempio utilizzando una doppia forma di protezione) nonostante la voglia di maternità; quella secondaria è invece legata a un episodio traumatico specifico. Tra le principali cause della tocofobia troviamo:
 
  • un parto traumatico precedente (ad esempio un parto con travaglio lungo e doloroso, manovre ostetriche invasive o complicanze come la gravidanza extra-uterina e il taglio cesareo d’emergenza)
  • una difficoltà nella relazione con il figlio precedente
  • un disturbo depressivo in corso
  • abusi sessuali subiti durante l’infanzia o l’adolescenza
  • un disturbo post traumatico da stress (PTSD)
Prime immagini dopo il parto
«Spesso coloro che soffrono di tocofobia chiedono al proprio medico di poter ricevere un trattamento cesareo programmato. Il ricorso al cesareo, però, agisce sugli effetti, ma non elimina le cause profonde»

La centralità della psicoterapia
«Spesso coloro che soffrono di tocofobia chiedono al proprio medico di poter ricevere un trattamento cesareo programmato. Il ricorso al cesareo, però, agisce sugli effetti, ma non elimina le cause profonde», prosegue la dottoressa Caruselli. «Il trattamento di elezione è certamente la psicoterapia. Per la donna è necessario intraprendere un percorso terapeutico mirato, lavorando su se stessa per riconoscere le radici del malessere. In questo senso, la diagnosi del disturbo entro i primi tre mesi di gravidanza da parte del medico di famiglia o del ginecologo risulta fondamentale per poter poi intervenire tempestivamente con la psicoterapia».

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