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Eclampsia: Cura e Prevenzione

L'eclampsia è la più temuta complicanza della gestosi: si tratta di una sindrome potenzialmente mortale, contraddistinta da convulsioni spesso associate a confusione mentale, coma e deficit visivi.
Eclampsia
La causa scatenante l'eclampsia non è conosciuta. Tra i possibili fattori di rischio ricordiamo: alterazione dell'assetto endocrino, aumento degli acidi grassi liberi, danno endoteliale vascolare, deficit della capacità coagulativa, dieta scorretta, infezioni, nulliparità.

sintomi principali dell'eclampsia sono: convulsioni, confusione mentale, alterazioni visive, dolore epigastriconauseamal di testa e vomito. Nel feto, l'eclampsia può provocare sofferenza fetale, distacco della placenta ed emorragia placentare.

Le strategie diagnostiche per accertare l'eclampsia sono: test di funzionalità renale/epatica, analisi della capacità coagulativa del sangueconcentrazione plasmaticaanalisi delle urineesame emocromocitometricoecografia trans-addominale.

I farmaci utilizzati in terapia per prevenire l'eclampsia sono: antipertensivianticonvulsivantiantiaggreganti piastrinicisteroidi. Si raccomanda di seguire una dieta ricca di antiossidanti.


Definizione di eclampsia

L'eclampsia è una grave complicanza acuta della gravidanza, che mette a serio rischio la vita della partoriente: precisamente, stiamo parlando della più temibile complicazione della pre-eclampsia, una sindrome multi-sistemica contraddistinta dalla contemporanea presenza di edemaipertensione arteriosa e proteinuria. Il sintomo principale dell'eclampsia è la comparsa di convulsioni, spesso associate a confusione mentale, coma e deficit visivi.

Un passo indietro per capire...

La pre-eclampsia (toxemia gravidarium, o gestosi) è una complessa sindrome che può manifestarsi esclusivamente in occasione della gravidanza. Per definizione, la preeclampsia dev'essere caratterizzata dalla simultanea presenza di tre elementi:
  1. Aumento della pressione: > 140-160mmHg (pressione sistolica) e > 90-110 mmHg per la diastolica → ricordiamo che il 10% delle gravidanze è complicato dall'ipertensione
  2. Proteinuria (escrezione urinaria di proteine): >1g/L urina o >300mg/24 h
  3. Comparsa evidente di edemi (gonfiore), soprattutto a livello di arti inferiori, estremità, viso e tronco

L'eclampsia è dunque una possibile conseguenza della gestosi, e si manifesta nella partoriente anche in assenza di alterazioni neurologiche.
La causa scatenante l'eclampsia non è conosciuta, ed è tuttora oggetto d'indagine; nonostante quanto detto, sembra che la dieta, la predisposizione genetica e lo stato di salute dei vasi sanguigni giochino un ruolo determinante nell'innesco di questa drammatica sindrome.
L'eclampsia è una malattia terribile che può indurre la gestante alla morte. Una donna malata di preeclampsia dev'essere necessariamente e costantemente monitorata, per intervenire prontamente nell'evenienza di un peggioramento dei sintomi. Alcuni medici consigliano una terapia preventiva con farmaci anticonvulsivanti (es. solfato di magnesio) per minimizzare il rischio di eclampsia nelle donne colpite da gestosi.

Incidenza

L'eclampsia si sviluppa generalmente durante o dopo la 20° settimana di gestazione; ad ogni modo, non mancano i casi di eclampsia post-partum. Dalle statistiche mediche riportate nella rivista scientifica Hypertension, si evince che il 90% delle donne colpite da eclampsia manifesta i primi sintomi durante la 28° settimana di gestazione.
Si stima che la maggior parte delle gestanti manifesti i primi segni di eclampsia durante il terzo trimestre di gravidanza: l'80% di queste donne manifesta convulsioni durante il parto (o comunque dopo le prime 48 ore dalla nascita del bambino). Alcuni casi di convulsioni eclamptiche sono stati diagnosticati poco prima del parto, 23 giorni dopo o addirittura 20 settimane dopo la nascita del figlio.
Si stima che l'eclampsia si manifesti in una gravidanza ogni 2.000-3.000.

Cause

Non è ancora chiarita la causa principale responsabile dell'eclampsia. Ciò che è certo ed indiscutibile è che l'eclampsia costituisce una conseguenza della gestosi, la più grave e la più temuta in assoluto.
Ad ogni modo, un intreccio di fattori ambientali e genetici sembra aumentare il rischio di eclampsia nelle donne in gravidanza.
Vediamo, di seguito, quali sono i fattori di rischio coinvolti nella degenerazione della gestosi in eclampsia, secondo uno studio scientifico riportato nella rivista Hypertension:
  • Alimentazione scorretta (carenze od eccessi alimentari; eccesso di sodio nella dieta; carenza di calcio e magnesio)
  • Alterazione dell'assetto endocrino
  • Alterazioni della capacità coagulativa del sangue
  • Aumento degli acidi grassi liberi
  • Aumento dell'insulinemia
  • Danno endoteliale vascolare
  • Esito sfavorevole della precedente gravidanza
  • Età superiore ai 35 anni
  • Gravidanze gemellari
  • Infezioni
  • Nulliparità
  • Predisposizione genetica
  • Prima gravidanza
Oltre a questi fattori di rischio, sono state identificate anche ulteriori, possibili, malattie predisponenti l'eclampsia:

Sintomi

Per definizione, il sintomo distintivo dell'eclampsia sono le convulsioni, che spesse volte sono accompagnate da altri prodromi:
  1. Confusione generale
  2. Deficit visivi (es. offuscamento della visione, cecità)
  3. Dolore epigastrico
  4. Nausea
  5. Mal di testa
  6. Vomito
I sintomi appena descritti sono "premonitori", ovvero costituiscono avvisaglie utili per segnalare un possibile (ed imminente) crollo del quadro clinico tipico della gestosi (ricordiamo ancora una volta che l'eclampsia costituisce la complicanza più temibile della gestosi).
L'eclampsia si può paragonare ad una bomba ad orologeria: le convulsioni ed i sintomi premonitori non sono infatti gli unici prodromi che ne caratterizzano il quadro clinico. L'eclampsia innesca una serie di eventi a catena che, se non s'interviene prontamente, conducono alla morte.
L'eclampsia è infatti una vera e propria sindrome, che coinvolge più organi e tessuti: sangue, fegatorenicuore e SNC possono essere contemporaneamente compromessi. Da quanto detto, risulta ben comprensibile la gravità dell'eclampsia.
In tabella sono riassunti i sintomi più frequenti associati all'eclampsia.

Sistema/organo coinvoltoSintomi caratteristici
Disturbi ematologici associati all'eclampsia↑ viscosità del sangue
↓ volume plasmatico
Emoconcentrazione (↓ della componente liquida del sangue → ↑ concentrazione dei globuli rossi)
Coagulopatia (patologie emorragica da difetti plasmatici)
Disturbi cardiovascolariassociati all'eclampsia↑ dell'indice di lavoro ventricolare sinistro (LVSWI)*
↑ delle resistenze periferiche
↓ della pressione venosa centrale
↓ della pressione polmonare
Disturbi renali associati all'eclampsia velocità di filtrazione glomerulare
↓ flusso plasmatico renale
 clearance renale dell'acido urico
Disordini epatici associati all'eclampsiaNecrosi periportale
Danno epatocellulare
Ematoma sottocapsulare
Danno a carico del SNC associato all'eclampsiaEdema cerebrale
Emorragia cerebrale

* indice di lavoro ventricolare sinistro: indica il lavoro eseguito dal ventricolo sx per espellere il volume sistolico nell'aorta

Non dobbiamo dimenticare, tuttavia, che anche il feto viene coinvolto nell'eclampsia della madre: la sindrome può provocare grave sofferenza fetale, distacco della placenta od emorragia placentare.
Nei prossimi articoli punteremo l'attenzione sulle possibili complicanze derivate dall'eclampsia, sulle strategie diagnostiche e sulle terapie attualmente disponibili.


Complicanza della gestosi

L'eclampsia è la più terribile complicanza acuta della gestosi (o preeclampsia): stiamo parlando di una complessa sindrome esclusiva della gravidanza, contraddistinta dalla comparsa di convulsioni, confusione mentale, cefalea, alterazioni della visione e coma.
L'eclampsia è una patologia potenzialmente mortale, che purtroppo miete ancora molte vittime: le gestanti affette da ipertensioneedema e proteinuria (trilogia di sintomi che contrassegna la preeclampsia) devono essere costantemente monitorate, perché più esposte al rischio di eclampsia.
Eclampsia - DiagnosiNell'articolo precedente abbiamo analizzato i possibili fattori di rischio che predispongono una partoriente all'eclampsia ed i sintomi più ricorrenti. Ma quali sono le complicanze? Come può essere diagnosticata un'eclampsia? Com'è la prognosi?

Complicazioni

Uno stato di preeclampsia può rapidamente precipitare in eclampsia: il crollo del quadro clinico è sempre sintomatico - quindi la donna è consapevole del problema - e si caratterizza per crisi convulsive marcate.
Oltre a convulsioni, cefalea, confusione mentale e coma, le gestanti affette da eclampsia possono andare incontro a complicanze gravi:

Diagnosi

Non necessariamente la comparsa di convulsioni in una donna in dolce attesa è sinonimo di eclampsia. La diagnosi differenziale è dunque di primaria importanza, e dev'essere posta con tutte le malattie che possono indurre crisi convulsive: aneurisma cerebrale, convulsioni da reazione ad un farmaco, tumore cerebrale.
I test diagnostici più utili per accertare un sospetto di eclampsia sono:
  1. Test di funzionalità renale
  2. Test di funzionalità epatica
  3. Analisi della capacità coagulativa del sanguevalutazione del tempo di protrombina e della concentrazione plasmatica di fibrinogeno
  4. Concentrazione plasmatica
  5. Analisi delle urine: come sappiamo, la proteinuria costituisce uno dei sintomi ricorrenti nella gestosi e nell'eclampsia. Da quanto detto, è comprensibile come l'analisi delle urine nelle 24 ore sia indispensabile per diagnosticare un'eventuale proteinuria (proteine: >300mg/24 h o >1g/L urina).
  6. Esame emocromocitometrico: esame completo di laboratorio, utile per valutare la quantità dei componenti del sangue e per determinare il livello di emoglobina ed ematocrito.
  7. Ecografia trans-addominale: utilizzata per stimare l'età gestazionale. Questo test diagnostico è utilizzato anche per accertare o smentire un eventuale distacco della placenta, sintomo che chiaramente complica il quadro clinico dell'eclampsia.
Quando le convulsioni si manifestano durante il primo trimestre di gestazione, è pensabile che la causa risieda in alterazioni del SNC. Per accertare o smentire l'ipotesi, la donna può essere sottoposta a più test diagnostici: TC della testa (tomografia computerizzata), puntura lombare o rachicentesi (per accertare o smentire un'ipotetica meningite od emorragia in corso), determinazione dei livelli di elettroliti nell'urina.
Nessun test di laboratorio è utile per predire l'esito materno o fetale nelle donne affette da eclampsia.

Prognosi

Uno stato di preeclampsia (gestosi) aumenta il rischio di complicanze, quali ritardo della crescita fetale, basso peso alla nascitaparto pre-termine, sindrome da distress respiratorio e, chiaramente, eclampsia.
Si stima che il tasso di mortalità materno da eclampsia sia dell'1,8%; il 35% delle donne affette da eclampsia va incontro ad almeno una delle complicanze gravi.
Nel prossimo articolo cercheremo di capire quali strategie terapeutiche si possono intraprendere per prevenire e curare l'eclampsia.

Introduzione
Il termine eclampsia definisce una grave ed acuta complicanza della gestosi: esclusiva della gravidanza, l'eclampsia è una sindrome caratterizzata da ipertensione, edema e proteinuria associati a convulsioni e coma.

Eclampsie CureNegli articoli precedenti abbiamo ricercato i possibili fattori predisponenti l'eclampsia, e chiarito quali sintomi contraddistinguono questa grave malattia, precisandone le possibili complicanze. Malgrado le avanzate ricerche scientifiche, anche nell'età contemporanea il rischio di prognosi infausta da eclampsia è reale. In questa trattazione conclusiva cercheremo di dare una risposta ad un interrogativo frequente: esiste una terapia completamente risolutiva che minimizza il rischio di morte da eclampsia, e che assicuri una prognosi eccellente alla madre e al feto?

Terapia e prevenzione
L'identificazione precoce di segni e sintomi "sospetti" è indispensabile per iniziare precocemente la terapia contro l'eclampsia, riducendo al minimo il rischio di sequele catastrofiche.
Le donne in gravidanza, che presentano familiarità per la pre-eclampsia, dovrebbero seguire una terapia farmacologica specifica per prevenire gestosi ed eclampsia. 
L'eclampsia è un'urgenza medica a tutti gli effetti: per salvaguardare la sopravvivenza della madre e del feto, l'intervento medico immediato risulta imprescindibile.

Uno degli obiettivi cardine della terapia per l'eclampsia è RIDURRE LA PRESSIONE ARTERIOSA media. La riduzione pressoria dev'essere graduale: durante la prima ora dalla manifestazione dei sintomi, la pressione va ridotta del 20-25%.

La rapida diminuzione della pressione media (del 50%) durante la prima ora dalla comparsa dei sintomi può innescare conseguenze catastrofiche, come ischemia cerebrale, ischemia cardiaca e riduzione della perfusione placentare associata a compromissione e sofferenza fetale.


I farmaci antipertensivi maggiormente utilizzati in terapia sono la clonidina, il labetalolo e i Sali di diazossido (o semplicemente Diazossido): in simili frangenti, è indispensabile il continuo monitoraggio della frequenza cardiaca del feto.
I diuretici possono essere assunti esclusivamente in caso di edema polmonare nel contesto dell'eclampsia.

Altro obiettivo è MINIMIZZARE il rischio di CONVULSIONI: le donne affette da gestosi o comunque presentanti una certa familiarità per l'eclampsia dovrebbero seguire una terapia anticonvulsivante a finalità preventive. Il solfato di magnesio (da assumere per via parenterale) sembra essere il farmaco d'elezione: per la prevenzione delle complicanze nel contesto dell'eclampsia, il solfato di magnesio sembra apportare molti più benefici rispetto alla somministrazione di diazepam o fenitoina. La somministrazione di diazepam (alla posologia di 10 mg/e.v.) o di tiopentale (50 mg/e.v.) è indicata esclusivamente in caso di convulsioni ripetute nel contesto di eclampsia, laddove il solfato di magnesio non sia efficace.
Sembra che la SOMMINISTRAZIONE DI ASPIRINA a basse dosi (od altri agenti antipiastrinici) dia risultati sorprendenti per la prevenzione di gestosi ed eclampsia. L'aspirina, infatti, bloccando l'aggregazione piastrinica ed il vasospasmo, previene l'eclampsia, riduce il rischio di parto pre-termine, minimizza il rischio di mortalità fetale e non aumenta le probabilità di distacco della placenta. È comunque doveroso sottolineare che non si dispongono dati sufficienti per confermare la validità di questi farmaci nella cura della preeclampsia.
La SOMMINISTRAZIONE DI OSSIGENO alla madre affetta da eclampsia può essere necessaria per facilitare la respirazione e correggere l'ipossia.
Anche la somministrazione di FARMACI STEROIDEI può essere utile per migliorare la funzionalità di fegato e piastrine della madre; inoltre, sembra che l'assunzione di corticosteroidi nelle donne affette da preeclampsia sia utile per prolungare la gravidanza e favorire lo sviluppo dei polmoni del feto, abbattendo il rischio di eclampsia.
Da quanto riportato nella rivista scientifica BMJ (British Medical Journal), sembra che UN'ALIMENTAZIONE RICCA DI ANTIOSSIDANTI e di alimenti contenenti L-arginina riduca il rischio di preeclampsia e di eclampsia nelle donne ad alto rischio. In particolare, il rischio di gestosi è minimizzato quando s'intraprende questo regime dietetico prima delle 24 settimane di gestazione.
Considerazioni
Come abbiamo visto, uno status di eclampsia non è pericoloso solo per la madre: anche il nascituro può pesantemente risentirne. Da qui nasce l'esigenza di anticipare il prima possibile il parto, anche se il feto è immaturo. Tuttavia, una simile modalità d'intervento non risulta sempre possibile, dato che il bambino potrebbe anche non aver completato il proprio sviluppo.
L'eventuale anticipo del travaglio può avvenire esclusivamente quando le condizioni della donna affetta da eclampsia si sono stabilizzate.


T
ratto da https://www.my-personaltrainer.it/benessere/eclampsia-complicanze-diagnosi-prognosi.html

Tratto da https://www.my-personaltrainer.it/benessere/eclampsia.html

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