In ambito sportivo l'analisi della prolattina nel sangue viene spesso incrociata con quella dei cosiddetti "ormoni dello stress" come
cortisolo ed ACTH (corticotropina). Si è infatti visto che la secrezione di questo ormone aumenta considerevolmente dopo esercizio fisico estenuante. Si ipotizza quindi che alte concentrazione di prolattina siano correlate a quello che viene definito
superallenamento, ovvero una condizione fisica in cui, a causa degli eccessivi allenamenti ed impegni agonistici, l'organismo non risponde adeguatamente agli stimoli allenanti e tende ad abbassare sempre più il proprio livello prestativo.
Nell'atleta di sesso femminile un eccesso di prolattina è, insieme ad altri ormoni, alla base di quella che viene definita
triade dell'atleta donna, una condizione piuttosto grave, annch'essa associata a superallenamento, caratterizzata da
osteoporosi, amenorrea e disordini alimentari in genere.
Anche durante eventi particolarmente stressanti come digiuno,
infarto miocardico acuto,
ustioni e stress psico-fisico prolungato, la secrezione di prolattina aumenta sensibilmente. In queste condizioni l'organismo compie un disperato tentativo di sopravvivenza, aumentando il sostegno alle funzioni vitali primarie (cuore, cervello,
reni ecc.) e spegnendo al tempo stesso tutte le funzioni "accessorie". Il desiderio sessuale e la massa muscolare in tali condizioni sono del tutto superflui ed è per questo che la prolattina va a spegnere, insieme ad altri ormoni, dapprima la produzione di
testosterone e poi di tutte le altre
gonadotropine (
FSH e
LH). Ecco spiegati gli effetti da ipersecrezione di prolattina che abbiamo viso in precedenza (
impotenza nell'uomo, alterazione del flusso mestruale nella donna e mobilitazione dei grassi per garantire l'apporto energetico agli organi vitali).
Commenti
Posta un commento