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Cure per l’infertilità, gli ormoni non aumentano il rischio tumori


Sempre più donne affidano le loro speranze di concepire un figlio alla fecondazione assistita. I trattamenti per l’infertilità, problema che riguarda il 15% delle coppie, sono infatti in aumento. Ma che rapporto c’è tra queste cure e il rischio di sviluppare un tumore? La domanda nasce spontanea visto che molti carcinomi (tra cui il 70% di quelli al seno) sono sensibili agli ormoni, e la stimolazione ormonale rappresenta un passaggio fondamentale del percorso di fecondazione assistita. Che cosa dicono gli studi al riguardo?
“Le ricerche più recenti rassicurano: in caso di stimolazione ovarica non ci sarebbe un rischio aumentato di tumore né all’ovaio, né al seno, né all’endometrio, né alla cervice uterina: quest’ultimo, tra l’altro, non è un tumore ormonosensibile, ma dipende generalmente dal Papilloma Virus”, dice Luca Bocciolone, medico specializzato in ginecologia chirurgica dello IEO (Istituto Europeo di Oncologia). “Questi risultati, però, contraddicono quelli degli anni ’90, che mostravano un incremento del rischio del 50% per il tumore all’ovaio, forma particolarmente temuta perché ancora oggi non esistono esami di screening e nella maggioranza dei casi viene diagnosticato in ritardo”, continua l’esperto.
“Probabilmente le vecchie ricerche, oltre a basarsi su informazioni incomplete riguardo alle tecniche e al numero dei cicli effettuati, erano caratterizzate da un problema di falsa interpretazione dei dati: il fatto è che le donne che riuscivano ad avviare una gravidanza sottoponendosi a procedure di fecondazione assistita, e successivamente ad allattare, mostravano un rischio inferiore di sviluppare il tumore all’ovaio e al seno rispetto a quante non riuscivano a raggiungere l’obiettivo. Gravidanza e allattamento, infatti, sono naturalmente protettivi contro i tumori, dato di cui non tenevano conto i vecchi studi. I risultati degli anni ’90, quindi, probabilmente non dipendevano tanto da un effetto negativo imputabile alle tecniche di fecondazione assistita, quanto da quello positivo dei due eventi”.
L’infertilità è associata a un maggior rischio di sviluppare tumori? “Sì ma solo perché comporta l’impossibilità di avviare una gravidanza o di allattare al seno. Almeno, questo è ciò che sappiamo con certezza. Se ci siano altri rischi legati all’infertilità, a oggi non lo possiamo dire”, dice Luca Bocciolone. “Un dato però merita attenzione: abbiamo osservato che l’endometriosi (malattia cronica causata dalla presenza dell’endometrio, tessuto che normalmente riveste la parete interna dell’utero, in sedi anomale quali ovaie, tube, peritoneo e intestino) sembrerebbe essere associata non solo a infertilità ma anche, in circa il 5% dei casi, a un aumento di tumore all’ovaio. Questo fa pensare che in una donna infertile per cause sconosciute, non meccaniche, che non riguardino cioè ad esempio la chiusura delle tube, potrebbero entrare in gioco meccanismi biologici non ancora completamente noti che porterebbero a un aumento del rischio di tumore ovarico”.
Quali provvedimenti prendere se ci si sottopone a cure per l’infertilità? “Nessuna, perché questa non è una condizione che comporta un alto rischio di sviluppare un tumore”, dice l’esperto. “Come sempre, però, in funzione preventiva, bisogna tener conto della storia famigliare: se si sono registrati molteplici casi di tumori al seno o all’ovaio o al colon (associato anch’esso in alcuni casi a un aumentato rischio di tumori femminili), bisogna sottoporsi a controlli assidui”.
di Michela Crippa

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