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La concentrazione di vitamina D nella madre in gravidanza ha effetti modesti su asma e sui problemi respiratori dei figli
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PUBBLICATO 24 febbraio 2016
Due studi pubblicati di recente indicano che la concentrazione di vitamina Dnella madre, durante la gravidanza, ha effetti modesti sullo sviluppo di asmae altri problemi all’apparato respiratorio dei figli.
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Sui benefici per la salute dei figli, di corretti livelli di vitamina D nel sangue delle madri in gravidanza, la ricerca fornisce evidenze contrastanti. Alcuni autori hanno dimostrato effetti positivi, attribuendoli a un migliore funzionamento del sistema immunitario, altri non hanno rilevato benefici. Due studi recenti hanno registrato solo minimi vantaggi.
Una delle due ricerche, quella eseguita da Chawes e colleghi, ha valutato lo sviluppo di asma e altre malattie dell’apparato respiratorio nei figli di 315 donne trattate in gravidanza con 2400 unità internazionali (UI) al giorno di vitamina D e di 308 gravide che ne hanno assunte 400 UI. I bambini nati da queste donne sono stati seguiti per i primi tre anni di vita e la frequenza della difficoltà di respirazione (dispnea) è stata del 16% nei figli di donne che avevano assunto la dose di vitamina D più alta e del 20% di quelle che l’avevano avuta più bassa. La differenza non è stata significativa in termini statistici. Anche il rischio di infezioni alle vie respiratorie e di allergia è stato simile, mentre nei figli di chi aveva ricevuto dosi più alte di vitamina D il riscontro di sintomi dovuti a malattie dei polmoni è stato meno frequente.
Un altro studio, eseguito negli Stati Uniti, ha valutato l’effetto di una dose ancora più alta di vitamina D: 4400 UI al giorno, confrontandolo con quello della dose più comune di 400 UI. Asma e dispnea ricorrente sono state osservate nel 24% dei figli di chi aveva ricevuto 4400 UI e nel 30% delle donne gravide, trattate con 400 UI. Anche in questo caso la differenza di effetto delle due terapie non è stata significativa in termini statistici.
Gli autori di ambedue gli studi hanno concluso che la capacità della vitamina D, somministrata alla madre, di ridurre il rischio di asma e dispnea ricorrente nei figli, nei primi tre anni di vita, non risulta evidente dai risultati raccolti.
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