book

Il mio libro sulla nostra storia

Immagine
 finalmente dopo 3 anni ho finito di scrivere il mio racconto che narra del percorso fatto con mia moglie , tutte le difficoltà , tutte le delusioni per poi .............................................. https://www.amazon.it/dp/B083XX4N61

Vitamina D e fertilità

 Parere degli esperti
 PUBBLICATO 10 gennaio 2018
Vitamina D e fertilità
[Gli articoli della sezione “Il parere degli esperti” riguardano alcuni fra gli argomenti più importanti e dibattuti delle rispettive aree cliniche. Dato il livello di approfondimento raggiunto, i testi possono contenere termini e concetti molto complessi. L’utilizzo del glossario potrà essere di aiuto nella comprensione di questi articoli e altri contenuti del sito, più divulgativi, contribuiranno a chiarire gli argomenti trattati.]
La vitamina D è ben conosciuta per la sua funzione di mantenimento dell’omeostasi di calcio e fosfati e della mineralizzazione ossea. In realtà la sua funzione è molto più ampia e dimostrata dalla correlazione tra ipovitaminosi D e aumentato rischio di cancro, malattie autoimmunidiabetee malattie cardiovascolari. Inoltre, insieme agli ormoni sessuali, la vitamina D modula i processi riproduttivi sia nelle donne sia negli uomini.
L’80-90% della vitamina D viene prodotta dalla cute per effetto dei raggi UVB, mentre una quantità minore deriva dalla dieta e/o dalla supplementazione. La vitamina D dalla cute e dalla dieta viene metabolizzata a livello epatico in 25-idrossivitamina D, forma usata per valutare lo stato di vitamina D e classificarlo in valore sufficiente se superiore a 30 ng/ml, valore insufficiente se compreso tra 20 e 29 ng/ml, deficit se inferiore a 20 ng/ml.
La forma 25-idrossivitamina D viene convertita a livello renale, ma anche a livello di molti altri tessuti, in 1,25-diidrossivitamina D, ovvero la forma attiva che agisce mediante specifici recettori per la vitamina D distribuiti in vari tessuti come lo scheletro, le ghiandole paratiroidee e i tessuti riproduttivi (ovaieendometrio, tube, placentatesticolotubuli seminifericellule del Sertoli, cellule di Leydigspermatozoi, vescicole seminali, epididimoprostata).
La correlazione tra stagioni ed esposizione alla luce solare con la riproduzione è stata ampiamente studiata: i livelli circolanti di 25-idrossivitamina D mostrano una variabilità stagionale con alti livelli in estate e autunno e bassi livelli in inverno e primavera. Nei Paesi del Nord, dove esiste un forte contrasto di luminosità a seconda della stagione, i tassi di concepimento diminuiscono durante i mesi d’inverno buio, mentre vi è un picco di concepimenti durante l’estate e di conseguenza un picco di nascite durante la primavera.
Molti studi hanno evidenziato effetti della vitamina D sui risultati di percorsi di fecondazione in vitro (FIV), su condizioni patologiche come la sindrome dell’ovaio policistico (PCOS) e l’endometriosi e sulla qualità del liquido seminale (conta, motilità e morfologia degli spermatozoi).
La vitamina D stimola la produzione di ormoni steroidei: è essenziale per la sintesi degli estrogeni in entrambi i sessi. Uomini con bassi livelli di vitamina D mostrano bassi livelli di testosterone e bassa percentuale di spermatozoi mobili e morfologicamente normali. In donne con endometriosi, invece, i recettori per la vitamina D sono sovraespressi a livello endometriale sia ortotopico sia ectopico, inoltre sono stati evidenziati più alti livelli circolanti di 1,25-diidrossivitamina D e normali livelli di 25-idrossivitamina D rispetto a donne senza endometriosi. L’endometriosi ha una patogenesi correlata a processi infiammatori e immunomediati: la vitamina D è coinvolta nella regolazione del sistema immunitario.
Un deficit di vitamina D è frequentemente presente in donne con sindromedell’ovaio policistico, il più comune disordine endocrino femminile con una prevalenza del 5-10% nelle donne in età riproduttiva, caratterizzato da aumentata secrezione di androgeni a livello ovarico e surrenalico, sintomi da iperandrogenismo, quali irsutismoacne e alopecia, anovulazione e irregolarità mestruali, aspetto ecografico delle ovaie policistiche, insulino-resistenza e predisposizione a diabete mellito tipo 2.
Molti autori hanno evidenziato una correlazione tra obesità e deficit di vitamina D, ma non è chiaro se l’insufficienza di vitamina D derivi dall’obesità o viceversa. In queste pazienti aumenti dei livelli circolanti di vitamina D dopo accurata terapia sono stati correlati a normalizzazione o miglioramento della ciclicità mestruale, dell’acne e della resistenza insulinica.
Nei programmi di fecondazione in vitro, donne con più alti livelli sierici e nel liquido follicolare di vitamina D hanno tassi più alti di gravidanza clinica, anche se i dati in letteratura sono ancora contrastanti.
Un dato particolarmente interessante emerge da uno studio condotto tra 101 giovani donne in cui è stata evidenziata una correlazione inversa tra livelli di vitamina D e livelli di progesterone ed estradiolo: alti livelli di vitamina D sono associati a basso rischio di tumore al seno grazie al potenziale effetto di riduzione dei livelli di estradiolo e progesterone.
Deficit di vitamina D sono frequenti nelle donne in gravidanza per un aumentato consumo sia materno sia fetale: tale deficit è associato a un aumento del rischio di diabete gestazionale e altre complicanze della gravidanza quali ipertensione gestazionale e preeclampsia, vaginosi batterica, ritardo di crescita intrauterino, parto pretermine. Per tali motivi la supplementazione di vitamina D risulta sicura ed efficace dalla gravidanza fino al parto.
Alla luce dei dati riportati in letteratura, è auspicabile che il dosaggio dei livelli ematici di 25-idrossivitamina D diventi un esame di routine, sia nelle donne sia negli uomini, per rilevare prontamente quegli stati carenziali risolvibili con terapie semplici e ben tollerate, sia nei casi in cui si ricerchi prole sia ai fini di prevenire e trattare disturbi impattanti sulla qualità di vita.

Commenti

Post popolari in questo blog

20 canzoni italiane e straniere emozionanti da dedicare ai figli

Dermatite (o eritema) da pannolino: 4 cose da sapere

SACTOSALPINGE CHE COS'E?