Che cos'è il morbilloSi tratta di una malattia infettiva molto contagiosa causata da un virus del genere
morbillivirus.
Colpisce spesso i bambini, in particolare tra 1 e 3 anni, e per questo appartiene al gruppo delle cosiddette malattie infantili, come
rosolia,
varicella,
pertosse e
parotite.
I sintomi della malattiaNella grande maggioranza dei casi, il morbillo non provoca sintomi gravi.
I primi a comparire sono simili a quelli di un raffreddamento - tosse secca, naso che cola, arrossamento degli occhi (congiuntivite) - con la
febbre che diventa sempre più alta.
Il passaggio successivo è la comparsa di macchioline bianche all'interno delle guance.
Dopo 3-4 giorni, appare infine la caratteristica eruzione cutanea (esantema), caratterizzata da macchioline di colore rosso-bruno che partono da dietro le orecchie per diffondersi, nel giro di 2-3 giorni, a faccia, collo, tronco e infine braccia e gambe. L'eruzione cutanea dura da qualche giorno a una settimana, poi scompare gradualmente a partire dalla zona di orecchie e collo. A volte, dopo la scomparsa delle macchioline rimane per qualche giorno una leggera desquamazione della pelle.
Dovresti sentire il medico non appena sospetti che il tuo bambino possa avere il morbillo: ti consiglierà cosa fare e come evitare la diffusione dell'infezione ad altri.
Come si fa la diagnosi
Di solito, per la diagnosi basta l'osservazione clinica. In casi dubbi si può fare un esame del sangue, per confermare o meno la presenza di anticorpi contro il virus (se ci sono, significa che la malattia è in atto).
Come si trasmette
Il virus del morbillo si trasmette molto facilmente per via aerea, attraverso le goccioline respiratorie che si diffondono nell'aria quando una persona infetta tossisce o starnutisce. Può essere trasmesso anche attraverso il contatto con posate, piatti, bicchieri, toccati da persone malate.
La possibilità di contagio inizia 2-3 giorni prima dell'eruzione cutanea, essendo massima quando è presente la febbre, e si protrae per 4-5 giorni dopo la sua scomparsa. Per questo, il bambino malato va tenuto a casa da scuola e lontano da persone che potrebbero contrarre la malattia.
Come si cura
Non esiste una terapia specifica per il morbillo, perciò il trattamento riguarda soltanto i sintomi. In particolare, si possono utilizzare paracetamolo oppure ibuprofene per abbassare la febbre, colliri per calmare il fastidio agli occhi ed eventualmente sciroppi contro la tosse.
Gli antibiotici vanno utilizzato solo nel caso in cui compaiano delle complicazioni.
Per tutta la durata della malattia, è bene
tenere il bambino a riposo e ben idratato (specialmente se al morbillo si associa
diarrea). Se la congiuntivite risulta molto fastidiosa, oltre al collirio può essere d'aiuto mantenere l'ambiente poco luminoso.
È una malattia grave? Le possibili complicanze
Nella grande maggioranza dei casi il morbillo non è una malattia grave. Tuttavia, possono sempre comparire complicazioni che sono relativamente rare, ma anche potenzialmente molto pericolose. Ricordiamo infatti che il morbillo rimane responsabile di circa 30-100 decessi ogni 100 mila persone colpite, e che ogni anno nel mondo muoiono per questa malattia più di 100 mila persone, soprattutto bambini sotto i 5 anni.
In Italia, l'ultima grave epidemia di morbillo si è verificata nel 2002: sono stati colpiti oltre 40 mila bambini, con più di 600 ricoveri in ospedale e, purtroppo, 6 morti.
La situazione del morbillo in Europa e in ItaliaIl 2017 è stato un anno terribile per quanto riguarda la
diffusione del morbillo in Europa: oltre 21 mila persone si sono ammalate (5006 solo in Italia) e 35 sono morte (4 in Italia). E anche il 2018 ha già il suo carico di malattia: secondo i dati dell'
Istituto superiore di sanità, nei primi due mesi dell'anno si sono già verificati nel nostro paese
411 casi di morbillo, con due decessi per insufficienza respiratoria dovuta a complicanze polmonari. E la morte di un
bambino di dieci mesi è stata resa nota nei giorni scorsi.
Le complicazioni principali sono dovute a
superinfezioni batteriche e sono in particolare diarrea,
otite media,
laringite,
polmonite o encefaliti, cioè infiammazioni del cervello. Un'altra complicanza possibile è la trombocitopenia, cioè la riduzione delle piastrine - gli elementi che servono per la coagulazione - nel sangue. Queste complicazioni si riscontrano più spesso nei neonati, nei bambini malnutriti o nelle persone immunocompromesse, il cui sistema immunitario cioè non funziona bene.
Rischi in gravidanza
Se una donna incinta contrae il morbillo durante la gravidanza, il suo bambino corre un maggior rischio di nascere prematuro o di basso peso.
Come si previene
Il morbillo può essere prevenuto in modo molto efficace attraverso la vaccinazione.
Il
vaccino contro il morbillo esiste in una forma combinata con i vaccini contro parotite e rosolia (MPR). Il calendario vaccinale prevede la somministrazione di
due dosi del vaccino: una a 12-15 mesi e una verso 5-6 anni. Se la copertura vaccinale è adeguata - cioè superiore al 95% della popolazione - il morbillo smette di circolare.
Dal 2017 vaccino contro il morbillo è uno di quelli obbligatori per legge. Il calendario vaccinale prevede la somministrazione di due dosi del vaccino: una a 13-15 mesi e una a 6 anni.Il vaccino è efficace nel 98-99% dei casi e l’immunità dura tutta la vita.
Poiché si tratta di un vaccino cosiddetto attenuato - cioè contenente virus vivi, per quanto resi il più possibile innocui - il vaccino è sconsigliato a persone che hanno carenze del sistema immunitario e alle donne in gravidanza. In situazioni di rischio, se è possibile un contatto con malati di morbillo, le persone che non possono essere vaccinate possono ricevere una terapia a base di immunoglobuline che riduce il rischio di infezione.
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