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Stress: manuale di sopravvivenza per papà


esserepapa

19 Marzo 2018
Mamme acrobate e papà equilibristi. In questa società che chiede sempre di più e dove tutti corrono, trovare il giusto equilibrio non è semplice. I papà di oggi sono sempre più presenti, ma rischiano di arrivare stremati e stressati a fine giornata. La colpa è dello stress. In occasione della festa del papà un manuale di sopravvivenza per padri della psicoterapeuta Paola Vinciguerra.


Mamma è acrobata. Papà è un equilibrista. Trovare il giusto mezzo in una società che chiede sempre di più diventa sempre più difficile, anche per i papà.

I padri di oggi sono più presenti nella vita dei propri figli rispetto a quelli di una volta e la loro figura è cambiata rispetto al secolo scorso. "Attenzione però allo stress, che può nuocere allo sviluppo dei bambini" oltre che a se stessi. Parola di Paola Vinciguerra, psicoterapeuta e presidente Eurodap (Associazione europea disturbi attacchi di panico) e direttore scientifico di Bioequilibrium.

In vista della giornata di oggi dedicata a tutti i papà, la psicoterapeuta ha stilato un manuale di sopravvivenza per non soccombere al doppio ruolo di padre e lavoratore.

"La figura del papà italiano è molto cambiata negli ultimi decenni", rileva l'esperta. "Si potrebbe dire che un tempo i padri figuravano come più duri e responsabilizzanti, meno comunicativi, meno attenti e partecipativi, con lo scopo di preparare i figli alla dura vita che gli si prospettava. I papà di oggi, invece, risultano come più protettivi e sacrifichevoli nei confronti dei propri pargoli. Impiegano molto tempo ed energie per garantire alla famiglia la propria presenza e il benessere, ma il tutto può arrivare a stremarli. La colpa è dello stress", che non fa bene ne a se stessi, né ai propri cari. 
Secondo i risultati di una ricerca del 2016 condotta dalla Michigan State University, pubblicata su Infant and Child Development, un papà stressato può nuocere sullo sviluppo dei propri figli. E la figura paterna svolge un ruolo chiave nello sviluppo dei propri figli. Dal linguaggio, allo sviluppo cognitivo, fino alle abilità sociali.
Come spiega Vinciguerra, "in questo studio i ricercatori hanno analizzato il comportamento dei padri in 730 famiglie, attraverso questionari proposti a entrambi i genitori per valutare eventuali problemi mentali, il livello di stress, il rapporto relazionale con i figli. È emerso che quando il papà è stressato le conseguenze si fanno sentire anche sullo sviluppo cognitivo e del linguaggio dei propri figli, soprattutto se molto piccoli”. Dunque, come sostiene l'esperta “un’elevata esposizione allo stress può portare ad uno stato di costrizione e d’angoscia cronico, che di conseguenza si ripercuote negativamente sul successivo comportamento dei figli. Tale situazione incide pesantemente non solo sul proprio benessere personale ma anche su quello altrui”.

Ecco dunque i consigli della psicoterapeuta per affrontare al meglio il ruolo di papà:
  • Concedetevi un po’ di tempo per voi: non strafate al lavoro perché rischiate di sentirvi sotto pressione poi riguardo gli impegni familiari
  • Gestite il vostro tempo in modo funzionale: fate un elenco delle vostre priorità e distribuitele in modo equilibrato.
  • Ritagliatevi un po’ di tempo anche per la vita di coppia, non sentendovi in colpa qualora dobbiate lasciare i figli con nonni o altre figure di riferimento. L’armonia con il vostro partner giova anche al benessere del nucleo familiare.
  • Sforzatevi di mantenere intatte le relazioni sociali per quanto sia possibile, poiché anche voi avete diritto a un po’ di svago.
  • Chiedete aiuto. Qualora vi sentiste stanchi o nervosi, non abbiate paura di parlare del vostro malessere con persone di fiducia.
Mamme e papà, non è normale essere stressati
Il consiglio finale della psicoterapeuta è rivolto sia alle mamme che ai papà. "Bisogna cominciare a considerare lo stress NON una banalità e qualcosa di normale 'perché ce l'hanno tutti'. Lo stress è un elemento estremamente distruttivo della nostra vita. Non dipende esclusivamente dalla pressione che ci arriva dall'esterno, ma anche dalla nostra risposta".
Ciascuno di noi dovrebbe quindi cominciare ad acquisire tutta una serie di tecniche che permettano di ritrovare il proprio equilibrio, l'equilibrio tra i due emisferi celebrali.
"Perché lo stress è quello - continua l'esperta -. Non è il capo, la nonna, lo zio. È l'atteggiamento mentale con cui noi facciamo fronte a tutto ciò".

Quindi non dobbiamo normalizzarlo, ma riconoscerlo e affrontarlo. "Il problema è spegnere l'attivazione dell'emisfero sinistro che fa tutti questi pensieri anticipatori, ansiogeni e premonitori che vanno a discapito dell'emisfero destro".
Noi crediamo di stare tranquilli pensado e anticipando tutto. Ma "questo pensare ci porta semplicemente ad aumentare lo stato di tensione".
Il consiglio di Paola Vinciguerra? "Impariamo a stare nel qui ed ora. Cerchiamo di combattere questo atteggiamento anticipatorio apparentemente di controllo, ma che nella realtà non fa altro che farci sentire più minacciati, intermi e in tensione". 
Tra le tecniche che si possono utilizzare c'è la respirazione diaframmatica. Poi occorre imparare a stare nel momento. Che cosa significa? Come spiega l'esperta: "Se si sta facendo una doccia, non si può pensare a tutto il resto. Se si è nella doccia, bisogna imparare a godere di quel momento e questo permetterà di ricaricarsi, perché si sta facendo una cosa positiva. Dobbiamo imparare a sentire il momento e fermare questo nostro spasmodico atteggiamento di controllo di quello successivo".

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