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Come funziona il permesso per l'allattamento


Di Alice Dutto
permessiallattamento

22 Ottobre 2018
Il loro vero nome è "riposi orari giornalieri". Si tratta di ore di permesso retribuite al 100% di cui la madre o il padre possono usufruire nel primo anno di vita del bambino. Ecco come funzionano


  • che cosa è il permesso allattamento
  • chi ne può usufruire
  • che cosa prevede la legge
  • la retribuzione
  • la cumulabilità
  • il papà e i permessi allattamento

L'articolo 39 del decreto legislativo 151 del 2001 prevede i cosiddetti riposi orari giornalieri, conosciuti come “permessi per l'allattamento”.

«È una definizione che ha dato luogo a un fraintendimento – spiega Sara Bressanelli, HR manager di Facile.it, la piattaforma che permette il confronto delle migliori offerte di servizi tra cui assicurazioni, mutui, prestiti e conti correnti –. Non è necessario infatti dimostrare che si allatta per ottenere i permessi. Si tratta di semplici ore di riposo previste per i neo-genitori nell'ottica di facilitare la conciliazione tra la vita privata e il lavoro».


Chi può usufruire dei permessi per l'allattamento
Possono accedere all'agevolazione i genitori naturali di un bambino una volta finito il periodo di congedo obbligatorio di maternità ed entro il primo anno di età del piccolo.
Possono usufruirne anche i genitori affidatari o adottivi nel primo anno di ingresso nella famiglia del bambino.

Cosa prevede la legge
Il permesso per l'allattamento consiste nella possibilità di assentarsi dal lavoro per due ore al giorno se il monte ore giornaliero previsto dal proprio contratto è uguale o superiore a sei ore; se è inferiore, il diritto scende a un'ora al giorno. In caso di parto gemellare le ore raddoppiano mentre in situazioni di disabilità si allunga il periodo di fruizione delle ore (sino ai 3 anni del bambino).

Le ore di congedo possono essere consecutive o distribuite nella giornata. «La modalità di fruizione va concordata con il datore di lavoro: si può decidere di entrare un'ora dopo e uscire un'ora prima, oppure fare due ore consecutive uscendo ad esempio alle 16 invece che alle 18».

C'è anche la possibilità di accorpare le ore per avere intere giornate lontani dal lavoro: «Se, ad esempio, le ore a cui si ha diritto sono 10 alla settimana, si può decidere di non lavorare un giorno e uscire due ore prima un altro giorno della settimana».
 
 
Permessi per l'allattamento, la retribuzione
Questa possibilità viene considerata come uno strumento alternativo al congedo parentale, che può a sua volta essere frazionato a ore. «La differenza è nella retribuzione: il congedo parentale è retribuito al 30%, mentre il permesso per l'allattamento al 100%. Né l'uno, né l'altro incidono sul conteggio delle ferie».

Non cumulabilità dei permessi per l'allattamento
Questa tipologia di permesso non è cumulabile con altre agevolazioni. «Se la giornata lavorativa è di otto ore e quel giorno si ha bisogno di fare mezza giornata, non si può richiedere due ore di allattamento e due ore di permesso. In questo caso, si devono prendere quattro ore di permesso o, se si è ancora nei tempi, ore di congedo parentale».

Come richiedere i permessi per l'allattamento
La richiesta dovrebbe essere fatta 15 giorni prima rispetto all'inizio della fruizione: va inoltrata all'Inps, attraverso il sito online o lo sportello, e presentata poi al datore di lavoro.

Il papà e i permessi per l'allattamento
Il padre può usufruire di questi permessi, ma solo in determinati casi:

  • se il figlio è affidato in modo esclusivo a lui;
  • se la madre non è lavoratrice dipendente;
  • in assenza della madre (morte, abbandono o grave infermità);
  • se la madre dichiara di non usufruirne.
La possibilità in più per i papà

«Pochi poi sanno che il padre può richiedere i permessi orari giornalieri, nel momento in cui la madre sta fruendo del congedo di maternità obbligatorio o del congedo parentale» conclude l'esperta.

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