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Gravidanza, i valori della Beta-HCG


Di Valentina Murelli
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16 Febbraio 2015 | Aggiornato il 17 Ottobre 2018
L'esame del sangue per stabilire se una gravidanza è in corso si può fare 7-10 giorni dopo il presunto concepimento. Questo esame misura la quantità dell'ormone Beta-hCG che varia settimana dopo settimana: ecco la tabella dei valori indicativi della Beta-hCG.


Qualche sintomo insolito, un giorno di ritardo e pensi subito di essere incinta. Per averne la certezza, basta un semplice test di gravidanza "fai da te", di quelli che si comprano in farmacia o al supermercato. Magari, però, hai sentito parlare anche dell'esame del sangue per misurare i livelli di Beta-hCG e ti viene il dubbio che possa servire anche a te. Ma a che cosa serve davvero questo esame e quando è utile? Vediamo di fare chiarezza.

L'esame del sangue misura i livelli ematici di Beta-hCG
La Beta-hCG è una frazione di un ormone, la gonadotropina corionica, che viene prodotto da un primo abbozzo di placenta a partire dal momento in cui l'embrione si annida nell'utero, cioè pochi giorni dopo il concepimento. La sua concentrazione nel sangue può essere misurata già 7-10 giorni dopo il concepimento. Per questo, l'esame del sangue può essere utilizzato come test molto precoce di gravidanza, anche se non ha molto senso utilizzarlo a questo scopo: basta infatti aspettare qualche giorno per avere una risposta sicura e affidabile con i classici test fai da te.
 
In passato, la misurazione delle beta-hCG veniva ampiamente utilizzata per avere un'idea dell'andamento della gravidanza nelle prime settimane. Se tutto va bene, infatti, la concentrazione nel sangue di questo ormone aumenta molto nel primo trimestre e, soprattutto nelle prime settimane, tende a farlo in modo molto regolare, raddoppiando all'incirca ogni 2-3 giorni.

Nella maggioranza dei casi, l'esame del sangue non serve
In effetti alcuni medici continuano a prescrivere l'esame alle pazienti che comunicano di aver avuto un test positivo, un po' per abitudine, un po' perché sollecitati dalle pazienti stesse. "Oggi, però, nella stragrande maggioranza dei casi non ha davvero più senso farlo di routine. Per sapere se si è incinte basta il test delle urine, mentre per capire come stanno andando le cose è più utile un'ecografia, eseguita a partire da due settimane dopo il test positivo". Parola di Tullia Todros, responsabile della Struttura complessa di ginecologia e ostetricia dell’Azienda ospedaliera Città della salute e della Scienza di Torino.

Non a caso, le linee guida del Ministero della salute sulla gravidanza indicano per il primo trimestre l'opportunità di un'ecografia per confermare la gravidanza, datarla e stabilire se è singola o gemellare, mentre "le beta" non sono neppure menzionate.

"Fare le beta non consente di datare la gravidanza, perché l'intervallo di valori possibili per ogni settimana è davvero molto ampio. Per sapere l'epoca gestazionale corretta serve un'ecografia" chiarisce Tiziana Frusco, direttrice della Clinica ginecologica e ostetrica dell'Università di Parma. "Allo stesso modo, un valore molto alto di beta può essere indice di una gravidanza gemellare, ma da solo non basta per essere sicuri: anche in questo caso occorre un'ecografia".

Riassumendo: in caso di test positivo, nella grande maggioranza dei casi non è necessario precipitarsi a fare anche le beta. Basta aspettare qualche tempo - almeno un paio di settimane dal primo giorno di ritardo delle mestruazioni - e poi fare un'ecografia che permetterà di saperne di più sulla gravidanza in corso.

Quando le beta servono davvero
L'esame, tuttavia, rimane utile in alcune circostanze e cioè quando quando la prima ecografia - eseguita magari molto precocemente perché ci sono state delle perdite di sangue - risulta dubbia, o perché non si vede niente, o perché quello che si vede non corrisponde all'atteso. Per esempio, si vede una camera ovulare ma non si vede l'embrione. «Questo può verificarsi in tre casi: quando la gravidanza c'è, ma è più indietro del previsto; quando la gravidanza c'era, ma c'è stato un aborto e quando la gravidanza è extrauterina, cioè localizzata fuori dall'utero» spiega Frusca.


In queste circostanze viene raccomandata una serie di due/tre dosaggi successivi di betahCG a distanza di un paio di giorni l'uno dall'altro, perché il loro andamento può aiutare a capire cosa sta succedendo. “Se di volta in volta raddoppiano, la gravidanza procede" spiega Frusca. "Se diminuiscono, purtroppo si è fermata e se aumentano ma senza raddoppiare è possibile che si tratti di una gravidanza extrauterina. In questo caso, che è comunque molto raro, una seconda ecografia confermerà che in utero non si vede ancora nulla".

Per evitare preoccupazione inutili, comunque, la raccomandazione degli esperti è di non eseguire la prima ecografia troppo precocemente, ma di aspettare almeno due/tre settimane dal giorno di ritardo dell'ultime mestruazione.

La tabella della betahCG
(i valori sono indicativi e possono variare anche in base al laboratorio che esegue l'esame)
Settimana 1: 12-77 (mU/ml)
Settimana 2: 45-1175
Settimana 3: 330-10200
Settimana 4: 2160 - 82640
Settimana 5: 6225 - 181075
Settimana 6: 15600-184000
Settimana 7: 15125-199500
Settimana 8: 24400-221400
Settimana 9: 22075-227000
Settimana 10: 21500-188925
Settimana 11: 18525-182550
Settimana 12: 24650-175775


Fonti per questo articolo: consulenza di Tullia Todros, responsabile della Struttura complessa di ginecologia e ostetricia dell’Azienda ospedaliera Città della salute e della Scienza di Torino e di Tiziana Frusca, direttore della Clinica ginecologica e ostetrica dell'Università di Parma; sito web webmd.com; linee guida del Ministero della salute sulla gravidanza.


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