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Indice di Apgar: che cos’è e cosa dice sulla salute dei neonati


Di Valentina Murelli
indice_apgar

08 Luglio 2008 | Aggiornato il 18 Ottobre 2018
Il bambino è appena venuto alla luce e deve già superare il suo primo esame: il test di Apgar. Ecco di che cosa si tratta.


Eccolo, è nato. Ma come sta esattamente il bambino appena venuto alla luce? E’ in buona salute e può essere lasciato tra le braccia della mamma per la sua prima poppata, o ha bisogno di qualche cura specifica? A dirlo è l’indice di Apgar, un punteggio stabilito subito dopo la nascita  sulla base di alcuni parametri vitali.


Insomma, il bambino è appena nato e già viene sottoposto al suo primo esame, un test che prende il nome da Virginia Apgar, l’anestesista newyorkese che lo ha proposto nell’ormai lontano 1952. E che da allora si è diffuso praticamente in tutti i punti nascita del mondo, come strumento utilissimo per valutare in modo semplice e veloce le condizioni del bebè e il suo grado di adattamento alla nuova vita fuori dall’utero.

Virginia Apgar con un neonato | Science History Images / Alamy / IPA

Il piccolo, ovviamente, non deve fare nulla: è l’operatore a esaminare cinque parametri vitali che sono:
  • colore della pelle;
  • frequenza del battito cardiaco;
  • respirazione;
  • tono muscolare;
  • risposta e irritabilità a uno stimolo tattile
A ogni singolo parametro viene assegnato un punteggio da 0 a 2 punti: zero se la caratteristica valutata è assente, 1 se è presente ma con anomalie e comunque non ottimale, 2 se è ottimale.

Se il totale è compreso tra 8 e 10 punti il bambino sta bene o molto bene, se è inferiore a 7 ha difficoltà ad adattarsi alle nuove condizioni di vita e ha bisogno di assistenza specifica.

Il test viene eseguito due volte: a un minuto dalla nascita e dopo cinque minuti, per vedere l’evoluzione nel tempo di queste funzioni vitali. Può darsi che non siano ottimali alla nascita, ma che il bambino si riprenda molto velocemente.

Il calcolo del punteggio (fonte Medscape)

Colorito
0 punti se: viola o pallido;
1 punto se: roseo ma con estremità cianotiche;
2 punti se: roseo su tutto il corpo

Frequenza cardiaca
0 punti se: assente;
1 punto se: meno di 100 battiti al minuto;
2 punti se: più di 100 battiti al minuto

Respirazione
0 punti se: assente;
1 punto se: lenta, irregolare
2 punti se: regolare

Risposta/irritabilità agli stimoli
0 punti se: nessuna risposta
1 punto se: produzione di una smorfia del viso o di un pianto leggero
2 punti se: pianto, colpo di tosse, starnuto

Tono muscolare
0 punti se: debole
1 punto se: movimenti pigri
2 punti se: movimenti vivaci

Chi era Virginia Apgar
Nata il 7 giugno 1909 da una famiglia di musicisti e appassionati di scienza (lei stessa ha suonato molto bene il violino per tutta la vita), Virginia Apgar si è laureata in medicina nel 1933 ed è è stata la prima donna a diventare direttore di un dipartimento medico e poi professoressa al Columbia University College of Physicians and Surgeons.

Originariamente interessata alla chirurgia - disciplina ancora oggi molto maschile, figuriamoci allora! - è stata tuttavia “dirottata” verso l’anestesiologia, una specialità medica ancora poco formalizzata. Apgar ha cominciato presto a interessarsi di anestesia nelle donne in gravidanza e di mortalità neonatale.

Secondo una breve biografia pubblicata sulla rivista Time, l’idea del suo famoso indice nasce quando uno studente le chiede come fa a valutare la salute di un bambino appena nato. Lei allora butta giù su un foglietto una lista dei parametri fondamentali di cui tenere conto e comincia a sperimentare l’utilità di questi parametri nel descrivere le condizioni dei neonati e predire la necessità di interventi specifici.

Dopo aver lasciato la Columbia University, Apgar ha diretto a lungo il dipartimento sui difetti congeniti di March of Dimes, grande organizzazione no profit americana che si occupa della salute di mamme e bambini. E’ morta nel 1974.

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