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Dieta Mima Digiuno


Introduzione

Il seguente articolo si incentra sul progetto del professor Valter Longo, direttore del dipartimento di gerontologia dell'Università della California.
dieta mima digiunoQuesto ricercatore ha sviluppato un sistema nutrizionale, da rispettare per pochi giorni all'anno, che - secondo studi preliminari - potrebbe garantire un qualche beneficio in termini di aumento dell'aspettativa di vita e miglioramento dello stato di salute generale. Per le sue caratteristiche, tale schema dietetico è stato ribattezzato Dieta Mima digiuno.
L'ampia enfasi mediatica data ai presunti benefici di questa dieta non trova sufficienti conferme scientifiche (si veda il capitolo "aspetti negativi e criticità").

Alimentazione e Longevità

Da quasi due secoli la scienza medica moderna cerca la correlazione esistente tra alimentazione e incremento della salute e dell'aspettativa di vita.
Oltre alla nota ricerca sulla Dieta Mediterranea di Ancel Keys (proseguita da vari studiosi), le testimonianze sull'effetto benefico dei cibi sono moltissime.
In genere, gli ultracentenari italiani seguono un regime alimentare a base di pastalegumi, verdura, frutta e olio extravergine di oliva.
La persona più anziana al mondo (dato aggiornato a Ottobre 2016) è Emma Morano, di 116 anni, italiana di Verbania (paese in riva al Lago Maggiore). La signora consuma prevalentemente pasta, risosemolino e minestre di verdure.
Tuttavia è l'isola di Okinawa (a sud del Giappone) a detenere il record assoluto per quantità di abitanti ultra centenari in piena forma. Qui si mangiano prevalentemente verdure, alghe, goya, tofupesce (molto crudo, anche di grossa pezzatura come il tonno) e pochissima carne. Un altro aspetto molto importante che caratterizza lo stile alimentare degli abitanti di questa isola giapponese è la moderazione calorica; a tal proposito, un famoso detto locale suggerisce di mangiare circa l'80% del cibo necessario a sentirsi sazi.
D'altronde, prima del professor Longo, diversi Ricercatori hanno ottenuto importanti risultati, in termini di aumento di longevità delle cavie da laboratorio, adottando il principio della restrizione calorica; il compianto professor Veronesi e l'Istituto Europeo di Oncologia di Milano suggeriscono il digiuno parziale e la restrizione calorica come pilastri della "dieta anti-aging".

Ricerca e Risultati

Proteine e Longevità

E' noto a tutta la comunità scientifica che le popolazioni super longeve - come quelle di Okinawa, Loma Linda (USA - Los Angeles), Sardegna, Calabria, Costa Rica e Grecia - tendono ad avere una dieta principalmente vegetariana, integrata con poco pesce, ancor meno carne e generalmente caratterizzata da basi livelli di proteine.

Sindrome di Laron e Longevità

Lo studio è iniziato con l'osservazione dei soggetti affetti dalla Sindrome di Laron, ovvero persone geneticamente prive dei recettori per l'ormone somatotropo (GH o somatotropina). Questa popolazione ecuadoriana, pur crescendo pochissimo, ha un rischio di cancro e diabete mellito tipo 2 molto basso.
Ciò che ha catturato l'interesse di Longo è il tipo di alimentazione e lo stile di vita di queste persone, che mangiano principalmente cibo fritto e praticano assiduamente il tabagismo e l'alcolismo.
Dopo alcuni decenni di monitoraggio solo uno di loro è morto di cancro e gli altri non hanno sviluppato alcuna patologia cronica. Tutti i decessi avvenuti sono stati per cause naturali all'età di 80 anni (molto elevata nel contesto dell'area geografica).
In sintesi, la longevità dei Laron sarebbe dovuta al mancato effetto della somatotropina.

ESPERIMENTO SULLE CAVIE CON SINDROME DI LARON

In laboratorio, a parità di alimentazione, le cavie selezionate con la sindrome di Laron rispetto a quelle normali hanno dimostrato:
  • Una morbilità per cancro e patologie croniche inferiore del 50%.
  • Una longevità superiore del 40%.
  • Una maggior conservazione delle funzioni cognitive.
Dopo questa rivelazione, il ricercatore ha cercato di ricreare la stessa situazione metabolica-ormonale nelle persone sane.
Nelle persone sane, un metodo naturale per influenzare il rilascio di ormone GH è l'alimentazione; nello specifico, tale risultato si può ottenere diminuendo le proteine di origine animale.

Proteine, Ormone della Crescita e Longevità

Il rilascio di ormone della crescita è regolato anche dalla quantità di proteine alimentari.
Come anticipato, incrementando l'introito di proteine animali si può assistere a un aumento dei livelli di ormone somatotropo.
Applicando la dieta mima digiuno sulle cavie normali si verificherebbe una riduzione dei livelli di GH e una maggior “purificazione” della popolazione cellulare (intesa come produzione di cellule nuove ed eliminazione di quelle danneggiate).

Sistema della Dieta Mima Digiuno

Adottare periodicamente la dieta mima digiuno aiuterebbe a “resettare il corpo” annullando gli effetti negativi dell'ormone della crescita presente in eccesso.
Sembra che digiunando per brevi periodi, invece di soffrire, il corpo diventi più forte eliminando le principali fonti di malattia.
Il metodo è chiamato Dieta Mima Digiuno e consentirebbe di nutrirsi mantenendo gli stessi effetti del digiuno a solo acqua.

Presunti Effetti della Dieta Mima Digiuno

  • Protezione e ringiovanimento delle cellule.
  • Ringiovanimento delle cellule.
  • Eliminazione e sostituzione delle cellule danneggiate.
Gli effetti riguarderebbero tutti i tessuti e i sistemi: immunitario, muscolare, epatico, nervoso ecc.

EFFETTI SULLA SCLEROSI MULTIPLA

Vengono interessate dalla dieta mima digiuno soprattutto le cellule cancerose; tuttavia si sono osservati effetti benefici anche sulla sclerosi multipla (eziologia autoimmune).
Infatti, in uno studio di Longo effettuato sui topi, ogni ciclo di dieta mima digiuno è stato in grado di distruggere una componente autoimmune nociva, sostituendola con una fisiologica.
Sul 50% dei topi si è osservata una forte diminuzione dei sintomi della sclerosi multipla e nel 20% una regressione completa di questi sintomi.

EFFETTI SULLE PATOLOGIE METABOLICHE E CARDIOVASCOLARI, SUL CANCRO E SULL'INVECCHIAMENTO

Su uno studio clinico (19 umani), la dieta mima digiuno ha provocato una sensibile diminuzione dei fattori di rischio:
  • Cardiovascolari.
  • Per diabete mellito tipo 2.
  • Per l'invecchiamento.
  • Per cancro.
Nei topi, la dieta mima digiuno è stata responsabile di:
  • Aumento della vita in condizioni di salute pari al 11%.
  • Diminuzione dei tumori quasi del 50% .
  • Dimezzamento dei fattori dell'infiammazione.
  • Miglioramento delle funzioni cognitive.

Regole

Sulla base dei risultati, il prof. Longo ha studiato un regime alimentare che può riproporre gli stessi benefici anche nel rispetto dei ritmi occidentali contemporanei.
Le regole della dieta mima digiuno sono:
  1. Nella dieta ordinaria, consumare prevalentemente proteine di origine vegetale a discapito di quelle animali provenienti dalla carne e dai formaggi. Queste attiverebbero i geni promotori della crescita, dell'invecchiamento e talvolta della degenerazione (fino al cancro).
    NB. Le proteine del pesce non sembrano essere altrettanto nocive, statisticamente il consumo del pesce non è frequentemente associato all'insorgenza di patologie croniche e tumori.
  2. Verificare di essere idonei alla dieta mima digiuno: la dieta mima digiuno esercita una serie di effetti abbastanza radicali (riduzione ed espansione dei tessuti e degli organi, ad esempio il fegato e i muscoli).
    Non tutti sono in grado di tollerarla e per certi individui può risultare pericolosa. E' assolutamente sconsigliata ai diabetici insulinodipendenti, a qualunque malato privo di consenso del medico, ai malati di anoressia, a chi è in sottopeso, ai soggetti in accrescimento; la fascia d'età più idonea è tra i 20  e i 70 anni. Prima di iniziare bisogna valutare:
  3. Periodicamente (da 30 giorni a 4 mesi, in base al soggetto), seguire 5 giorni di alimentazione programmata: il dott Longo ha raccolto in una scatola tutti i cibi da consumare nell'arco di tempo in questione. Il kit è disponibile in commercio grazie alla distribuzione di Elnutra. Tuttavia, è possibile riprodurre la dieta a livello casalingo gestendo gli alimenti disponibili sul mercato.
Un italiano medio in normopeso che rispetta (più o meno) i criteri della dieta mediterranea può eseguire un ciclo di mima digiuno ogni 3-4 mesi (3-4 volte all'anno).
Un soggetto obeso e affetto da patologie metaboliche (iperglicemia, iperlipemie, ipertensione) potrebbe applicarsi nella dieta mima digiuno anche una volta al mese.
Pur usufruendo del kit Elnutra, è consigliabile rivolgersi a un professionista dell'alimentazione che segua e valuti il percorso della dieta mima digiuno.
E' sconsigliabile protrarre la dieta mima digiuno oltre il periodo indicato o a intervalli troppo ravvicinati; gli effetti potrebbero essere, sotto certi aspetti, diametralmente opposti (deperimento, danni agli organi interni, aggravamento dell'anoressia ecc).

Esempio

La dieta mima digiuno dura 5 giorni, nei quali l'introito energetico scende progressivamente dal giorno 1 (1.000kcal) al giorno 5.
Gli alimenti sono esclusivamente di origine vegetale e apportano principalmente carboidrati e pochi grassi di tipo insaturo.
Citando la fonte ufficiale del sistema:
“Lo schema calorico prevede che il primo giorno si assumano circa 1000 kcal divise tra 34% di carboidrati, 56% di grassi e 10% di proteine.
Nei 4 giorni successivi si scende a 750 kcal, divise tra 47% di carboidrati, 44% di grassi e 9% di proteine.
Un esempio super semplificato del regime da mantenere nei 4 giorni a 750 kcal potrebbe essere: 400 g di zucchine, 300 g di cappuccio rosso, 300 g di carota, 250 g di cipolla, 20g di olio extra vergine d’oliva e 20 g di noci.”

Dieta Mima Digiuno e Chemioterapia

Pare che la dieta mima digiuno eserciti un effetto benefico anche durante la chemioterapia.
Il dott Longo ha rilevato che nei topi applicando la mima digiuno è possibile ridurre la progressione del tumore fino ad arrestarla.
Questi effetti, ottenuti mediante il digiuno o la dieta mima digiuno, sono stati osservati nel cancro della mammella, nel melanoma e nel neuroblastoma.
Inoltre si è osservata una riduzione degli effetti collaterali della chemioterapia; questo avverebbe per il "potenziamento" delle cellule normali contemporaneamente all'attacco dei farmaci verso quelle malate.
L'aspetto interessante è che il digiuno spingerebbe a rinforzare solo le cellule sane, non quelle malate che invece “disobbediscono” non tutelandosi ed entrando facilmente in apoptosi (“suicidio”).
Tali ipotesi non hanno ancora trovato conferme nell'uomo; l'unico studio pubblicato si limita a constatare la sicurezza di un digiuno "a sola acqua" prima (24h) e dopo (48h) chemioterapia infusionale a base di cisplatino, con timide evidenze circa una possibile riduzione degli effetti collaterali; nello studio in questione manca tuttavia il confronto con un gruppo di pazienti a "dieta normale", il che limita fortemente l'effettiva portata di questo presunto beneficio.

Dieta Mima Digiuno e Peso Corporeo

Gli studi del dott Longo non si limitano all'impatto metabolico della dieta mima digiuno, ma approfondiscono anche gli effetti sul peso.
Sempre sulle cavie, somministrando la stessa energia per 30 giorni a due gruppi di topi, ha differenziato due gruppi nel seguente modo:
  • Gruppo 1: calorie identiche per 30 giorni.
  • Gruppo 2: calorie identiche ma superiori del gruppo precedente per 25 giorni, dopo i quali hanno seguito 5 giorni di dieta mima digiuno.
Gli effetti del gruppo sperimentale sono stati:

Benefici

I potenziali benefici della dieta mima digiuno (osservati sui topi e tuttora in corso di verifiche sull'uomo) sono:
  • Riduzione del 50% per il rischio di tumori.
  • Posticipazione dell'età potenzialmente a rischio di malattia e aumento del periodo di salute.
  • Aumento percentuale dei tumori benigni rispetto a quelli maligni.
Inoltre, le persone che hanno già provato la dieta mima digiuno hanno riscontrato:
  1. Riduzione ponderale fino a 2kg, buona parte dei quali imputabili al contenuto del tessuto adiposo viscerale*.
  2. Aumento dei corpi chetonici: indice di utilizzo metabolico dei grassi*.
  3. Riduzione del marcatore flogistico ematico CPR (proteina C reattiva).
  4. Riduzione pari al 50% del IGF-1 (fattore di crescita insulino simile 1 stimolato dal GH)*.
In seguito al ripristino della dieta consuetudinaria i valori tendono a normalizzarsi. Tuttavia, dopo almeno 3 cicli di dieta mima digiuno i parametri risultano mediamente più bassi (anche se non paragonabili a quelli osservati al termine dei cicli).

*ATTENZIONE! Gli effetti citati ai punti 1, 2 e 4 sono da contestualizzare nella dieta mima digiuno e non devono essere interpretati come inequivocabilmente positivi o ricercati con sistemi nutrizionali alternativi.

Aspetti Negativi e Criticità

Assenza di Sostegno Scientifico

Le principali criticità sulla Dieta Mima Digiuno riguardano l'esiguo numero di studi scientifici a sostegno dei benefici millantati.
Molti articoli e trasmissioni televisive danno per assodati i vantaggi salutistici di questo schema alimentare nell'uomo, quando in realtà mancano sufficienti conferme scientifiche.
Longo ha inizialmente studiato gli effetti della dieta mima digiuno sui lieviti (S. cerevisiae), ottenendo in seguito conferme sulle cavie di laboratorio. Tuttavia, attualmente (Ottobre 2016), risulta un solo studio clinico pubblicato (su umani), con soli 38 soggetti arruolati (di cui 19 controllati con dieta normale e 19 sottoposti a 3 cicli di dieta mima digiuno). Analizzando lo studio in questione emergono potenziali lacune nella scelta del campione, che - seppur ben rappresentato per età e sesso - sembra piuttosto vago per quanto riguarda il peso dei soggetti arruolati e i relativi fattori di rischio cardiovascolare. Non si tratta di sottigliezze, ma di aspetti molto importanti per capire su che tipo di popolazione sarebbero validi i benefici sopra menzionati (ad es. se interessano soltanto i soggetti in sovrappeso o anche soggetti normopeso).
Una lacuna ancor più grave è l'assenza di un gruppo di controllo sottoposto a dieta identica per apporto calorico ma "normale" per composizione (ad esempio mediterranea oppure ricchissima di proteine animali, dato che queste ultime vengono così demonizzate dalla dieta mima digiuno). Se questa comparazione fosse stata fatta, probabilmente si sarebbero ottenuti risultati analoghi nei due gruppi; infatti, la logica e l'esperienza suggerisono che la restrizione calorica in sé (e il conseguente dimagrimento) sia ben più importante rispetto alla composizione dietetica. Non mancano, a tal proposito, studi scientifici che indicano come diete ad alto contenuto proteico, ma povere di calorie, si associano a un miglioramento del rischio cardiovascolare e della longevità. Ad esempio, uno studio sui Fulani - etnia nomade dell'Africa occidentale - che segue una dieta povera di calorie ma ricca di proteine animali e grassi saturi e uno stile di vita attivo - ha messo in luce un profilo lipidico indicativo di un basso rischio di malattie cardiovascolari. Lo stesso Longo in uno studio del 2014 evidenzia come una dieta ad alto contenuto proteico - pur risultando deleteria per i soggetti di età compresa tra i 50-64 anni, si assocerebbe invece a una riduzione dell'incidenza di cancro e della mortalità complessiva per soggetti di età superiore ai 65 anni.

ASPETTI COMMERCIALI

Il fatto che la dieta preveda l'utilizzo di appositi prodotti commerciali (kit di "pasti pre-confezionati") solleva ulteriori dubbi circa l'imparzialità della magnificazione mediatica dei presunti - e tutti da dimostrare! - benefici di questa dieta.
Sulla base di queste argomentazioni, è lecito chiedersi se dietro a tutta questa enfasi promozionale non si nasconda in realtà una qualche forma di speculazione commerciale.

Potenziali aspetti negativi

Gli aspetti negativi della dieta mima digiuno sono certamente legati all'applicabilità.
Famecrampi allo stomaco, debolezza, astenia, irritabilità, disidratazione (se non si presta la dovuta attenzione alle bevande) e malessere generale possono accompagnare tutto il periodo terapeutico.
Statisticamente sembra che la maggior parte dei praticanti lamenti una riduzione degli effetti collaterali al terzo giorno, soprattutto per quel che riguarda le prestazioni mentali (effetto dei corpi chetonici soppressori sulla fame); ciò nonostante, la fitness muscolare e le capacità motorie ne risentono pesantemente.
Come anticipato, alcuni effetti “benefici” possono rivelarsi un'arma a doppio taglio:
  • Anzitutto, il calo ponderale è parzialmente dovuto alla disidratazione e allo svuotamento delle riserve di glicogeno muscolare ed epatico. Ciò significa che pur essendo tendenzialmente benefica, la dieta mima digiuno si rivela anche debilitante. NON dev'essere applicata in caso di attività sportiva intensa.
  • In secondo luogo, l'aumento dei corpi chetonici è imputabile ad una condizione di ipoglicemia e ossidazione lipidica. Potenzialmente tossici, questi composti sono il frutto di un metabolismo cellulare compromesso/incompleto (per la carenza di glucosio). Il cervello funziona solo “a zuccheri” (NON è in grado di ossidare i grassi), ma può utilizzare i corpi chetonici, anche se in quantità limitate. L'eccesso di corpi chetonici crea disidratazione, affaticamento renale ed epatico, inibizione degli stimoli fisiologici e scarsa efficienza mentale (ulteriormente peggiorata dall'ipoglicemia).
  • Il GH (di conseguenza IGF-1) partecipa alla crescita e al ricambio di tutti i tessuti nell'organismo. I suoi effetti sono del tutto fisiologici e non vanno considerati negativi; basti pensare che il picco di GH avviene nel periodo dello sviluppo fisico in giovane età, quando le malattie croniche e i tumori risultano statisticamente più rari.
    Inoltre, la somatotropina viene continuamente (anche se "illegalmente") utilizzata come molecola anti-aging; gli effetti positivi sul ringiovanimento dei tessuti sono evidenti, anche se possono creare effetti collaterali.
    Rimane il fatto che l'eccesso di alimenti di origine animale sembra ormai abbastanza chiaramente correlato all'incremento di alcune patologie metaboliche e tumorali; tale correlazione è particolarmente valida per i prodotti carnei conservati, ovvero quelli salati, essiccati, fermentati, affumicati e/o trattati con conservanti per migliorarne il sapore o la conservazione (vedi approfondimento sulla carne rossa).
    La correlazione tra questi cibi, l'ormone somatotropo e l'IGF-1, e le malattie di cui si è parlato nell'articolo non sembra tuttavia ancora del tutto chiara.












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